Nuovi impianti in Comelico: Mountain Wilderness incontra la Regola di Padola
Fallito il tentativo di arrivare ad un accordo con Regola di Padola
Alcuni rappresentanti del Direttivo nazionale di Mountain Wilderness, sabato 25.11.2017, si sono recati a Padola per incontrare i regolieri . L’incontro aveva lo scopo di confrontare le diverse posizioni al fine di capire se si poteva arrivare ad un punto d’incontro sul progetto del collegamento sciistico tra la Val Comelico e il comprensorio Monte Elmo – Prati di Croda Rossa.
“Abbiamo ascoltato con attenzione la loro visione su questo progetto” afferma Gazzola; “purtroppo, non c’è stata possibilità di convergere su una posizione condivisa. Come ambientalisti abbiamo presentato le nostre proposte alternative all’attività sciistica, ma i rappresentanti della Regola, purtroppo, non hanno dimostrato interesse a soluzioni diverse, ritenendo che questa opportunità rappresenti per la comunità del Comelico Superiore l’ultima possibilità di sviluppo, un treno che passa sul quale bisogna salire. Tanto che, pur di avere il collegamento sono disposti anche a rischiare la perdita del riconoscimento Dolomiti UNESCO . Inutilmente noi abbiamo cercato di svegliare le coscienze alle nuove sfide che il presente ci impone e a cui non si possono dare le stesse risposte degli anni ’80, semplicemente perché sono obsolete e come tali non funzionano. Una gestione lungimirante di questi territori ancora intatti, con il supporto del riconoscimento di patrimonio Dolomiti UNESCO, può essere la base del turismo del futuro, fondato sulla bellezza e sull’integrità dell’ambiente naturale; forse una via lunga e non facile, ma che porterà a risultati duraturi di cui anche le generazioni future potranno godere.
In un contesto di cambiamento climatico conclamato investire sulla monocoltura dello sci, a quote basse per altro (Padola è 1200 m slm, la cima dei Colesei 1900 m slm), non è sicuramente un modo lungimirante di investire i soldi pubblici. L’aspetto per noi sconcertante è che, nonostante siano perfettamente consapevoli della speculazione del consorzio 3 Zinnen Dolomites di San Candido, sostenuto dalla provincia di Bolzano tramite i fondi per i Comuni confinanti, i regolieri vogliono comunque realizzare il collegamento, sperando che l’indotto generi qualcosa anche per gli abitanti di Comelico Superiore. Un progetto devastante, con un impatto paesaggistico enorme e costosissimo da 70 milioni di Euro, di cui 26 milioni finanziati dalla Provincia di Bolzano attraverso il fondo per i Comuni Confinanti (soldi pubblici). L’operazione non è ovviamente di beneficenza a favore della provincia di Belluno, si tratta solo di una partita di giro, infatti i progettisti, le imprese che opereranno e chi costruirà poi gli impianti saranno tutti della Provincia di Bolzano (si vedano i progetti). Al Comelico resterà una montagna sventrata, un paesaggio deturpato, piste a bassa quota con difficoltà di innevamento e conseguente ripercussione sulle risorse idriche. Elevato sarà anche il rischio di bilanci in rosso, a causa dei grandi costi di gestione che la Regione Veneto sarà chiamata a sostenere. Invitiamo la Regola di Padola a riflettere poiché si stanno assumendo una grande responsabilità nell’ipotecare seriamente il futuro della loro valle; un vero fallimento culturale. Davvero vogliono svendere il loro territorio per diventare terreno di conquista della più ricca, furba e ben finanziata Provincia di Bolzano? La neve è sempre più scarsa ed imprevedibile, le anomalie causate dal cambiamento climatico sempre più evidenti, continuare a proporre piste a bassa quota è inaccettabile, non nel senso che vada sviluppato ulteriormente lo sci in alta quota, ma che è arrivato il momento di cambiare il modo di fare turismo.
L’istituto regoliero dovrebbe essere il soggetto principale nella conservazione delle risorse ambientali del Comelico, evitare il frazionamento eccessivo dei suoli e garantire una gestione accurata dei beni naturali e sociali. Inoltre, proprio sul piano sociale, dovrebbe concorrere a realizzare una corresponsabilizzazione nella salvaguardia delle risorse comuni, mantenendo quell’equilibrio uomo-famiglia-comunità-che ha permesso la conservazione nei secoli delle persone e del patrimonio naturale. Invece con queste scelte, che il futuro dimostrerà fallimentari, si sta andando in una direzione completamente opposta.
Ringraziamo la Regola di Padola per aver accettato il dialogo, anche se per ora le reciproche posizioni rimangono del tutto inconciliabili; la nostra speranza rimane quella che i regolieri riflettano su questi aspetti e che valutino attentamente le conseguenze delle scelte odierne sulle generazioni future, sopratutto il peso di lasciare loro in eredità un’ennesima valle sventrata e deturpata da piste e piloni che potrebbero portare la perdita del riconoscimento patrimonio mondiale Dolomiti Unesco.