Perché l’ambientalismo non sarà presente alla inaugurazione della nuova cabinovia a Cortina, 11 gennaio 2020

Con gentilezza e serietà che sempre abbiamo riconosciuto nell’interlocutore la società funiviaria Tofana – Marmolada S.p.a. ha invitato una parte dell’ambientalismo (tramite la persona di Luigi Casanova) alla inaugurazione della nuova cabinovia che da Cortina d’Ampezzo sale a Col Drusciè, verso la Tofana.

Luigi Casanova

Con fermezza Casanova ha scritto alla società le motivazioni della sua mancata presenza: una questione di coerenza innanzi a tutto. Ma non solo. Quanto sta accadendo in Dolomiti attorno alle Olimpiadi invernali del 2026 (i nuovi incredibili caroselli che stracceranno definitivamente il cuore delle Dolomiti), le indicibili bassezze delle descrizioni dell’ambientalismo italiano sostenute ormai ovunque con banali ritornelli dai dirigenti delle società impiantistiche, l’ormai evidente fallimento del disegno delle Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità, impediscono ogni forma di dialogo costruttivo della sensibilità ambientalista con questo componente imprenditoriale.
Pubblichiamo parte della lettera che Casanova ha inviato alla società organizzatrice, auspicando che questo passaggio costruisca riflessione, apra un confronto serio e che il mondo politico Veneto e nazionale fermi le scelleratezze che si stanno abbattendo sulle Dolomiti.

“ -La cultura della nonviolenza sta alla base dell’azione ambientalista. Ci si confronta con tutti, anche con chi porta avanti istanze opposte, lontanissime dalle proprie. Chi pensa diversamente non viene letto come nemico: è un pensiero, più che legittimo, diverso.
Rimango fedele a questi miei principi, ma la mia presenza in Cortina si scontra con troppe situazioni che aggrediscono la montagna delle Dolomiti, situazioni che mai hanno permesso a noi ambientalisti un dialogo strutturato sul principio di equità e correttezza
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Ecco alcuni dei temi scottanti che hanno reso il clima tanto pesante da diventare irrespirabile:

La gestione dei Mondiali di sci alpino di Cortina 2021

La Fondazione aveva garantito all’ambientalismo tutto, nazionale e locale, spazi di confronto reali. Al di là di due occasioni di confronto minimali le scelte sono state tutte rinchiuse all’interno dell’organizzazione della Fondazione senza offrire all’esterno una minima praticabilità di confronto e dialogo. La Carta di Cortina (l’avevamo subito definita una farsa) sottoscritta dal Ministero dell’Ambiente e perfino dalla Fondazione Dolomiti UNESCO, è oggi carta straccia, partendo dal tema della partecipazione per giungere alla reale sostenibilità dell’evento. Non ci è stata data nemmeno alcuna opportunità di confronto su una Carta verde dei Mondiali di Cortina elaborata da tutto l’ambientalismo del Cadore e nazionale.

La prospettiva delle Olimpiadi invernali del 2026

Come temuto dall’ambientalismo nazionale e internazionale l’evento si sta tramutando in una occasione offerta a pochi portatori di interesse economico di violare ulteriormente un territorio fragile, un paesaggio unico al mondo, con la costruzione di nuova viabilità anche dove non necessaria e specialmente con l’ipotesi, che si sta concretizzando, di nuovi collegamenti sciistici, indicibili anche dal punto di vista etico: Cortina – Val Badia; Cortina – Marmolada; Cortina – Monte Civetta. Il tutto sostenuto dalla farsesca ipotesi di una mobilità alternativa all’uso dell’auto e con contributi pubblici che superano il 50% del costo complessivo.

Il fallimento della mission della Fondazione Dolomiti UNESCO

Si tratta di una situazione all’interno della quale l’ambientalismo ha offerto il massimo dell’impegno e della proposta: questo impegno è stato usato per dare una lucidata al progetto di gestione Dolomiti 2040 senza che alcuno di quei capitoli, ad oggi, venga adottato o progettato.

La campagna d’odio contro l’ambientalismo

L’attacco pubblicato lo scorso anno sulla rivista Sciare all’ambientalismo nazionale, attacco sostenuto con una cascata di disinformazione, falsità e aggressività da parte della Presidente dell’ANEF Valeria Ghezzi, attacco pervenuto poco tempo dopo che la stessa signora mi aveva chiesto di provare a avviare un dialogo fra le due visioni, culturali e imprenditoriali sulla gestione della montagna, ha dell’incredibile. All’ambientalismo non è stata offerta alcuna possibilità di risposta. Comunque l’abbiamo pubblicata sui nostri social. Ogni passaggio della signora Ghezzi viene puntualmente ripetuto sia dall’imprenditoria dell’industria dello sci che dal mondo politico chiamato ad amministrarci. Una miseria di contenuti che matura e si alimenta sui banchi dei bar. Mai ci è stata offerta possibilità di confronto.

In presenza di quanto sopra scritto è evidente come la mia presenza sia inopportuna e possa anche arrivare a offendere la cultura ambientalista che da decenni porta nel Cadore impegno, proposte e confronto sui temi della reale sostenibilità delle scelte che dovrebbero alimentare una rinascita della montagna attraverso la cura del patrimonio, attraverso un reale potenziamento dei servizi rivolti alle persone, attraverso una modifica radicale dello sviluppo del turismo nelle Alpi.
Ritorno a ringraziarvi per l’attenzione dimostrata auspicando che queste poche righe portino tutta l’imprenditoria che lavora in Dolomiti e sulla Alpi a riflettere su cosa significhi veramente sviluppo e sulle motivazioni che lo dovrebbero, sempre, tenere legato al progresso civile delle diverse comunità.

Luigi Casanova Presidente onorario di Mountain Wilderness Italia e Vicepresidente di CIPRA Italia