Un comitato per l’Alpe Devero

Conferenza stampa a Domodossola

Si è costituito, il 27 novembre 2017, il Comitato Tutela Devero che assume una posizione ufficiale rispetto al progetto della società San Domenico ski che prevede l’ampliamento dell’area sciistica dell’Alpe Ciamporino (facente parte del comprensorio San Domenico di Varzo) e relativo collegamento con la zona dell’Alpe Devero (VB) , attraverso la Val Bondolero e le creste di crinale del Monte Cazzola.

I primi firmatari sono cittadini, operatori turistici che svolgono il proprio lavoro nelle aree interessate dal progetto e le associazioni di tutela ambientale Mountain Wilderness, Legambiente, Italia Nostra e Salviamo il Paesaggio.

Alla conferenza stampa, che si è tenuta a Domodossola il 27 novembre, erano presenti anche le Guide Alpine ossolane Alberto Paleari e Paolo Pettinaroli che hanno ribadito il loro appoggio al Comitato e la contrarietà al progetto della San Domenico Ski.

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Conferenza stampa a Domodossola. Foto: OssolaNews.it

 

Il Comitato ribadisce che:

  • Molti degli interventi previsti nel progetto della San Domenico ski sono destinati a infrastrutturare questa parte delle alpi Lepontine per l’accoglienza di un turismo di grandi masse e ciò non si concilia con i valori della conservazione dei territori, con la conseguenza inevitabile profonda alterazione di ambienti e paesaggi, vera ricchezza non fungibile.
  • L’Alpe Devero è un’area che, per le sue peculiarità storiche, paesaggistiche e naturalistiche, è stata inserita nel primo gruppo di aree naturali protette istituite dalla Regione Piemonte del 1978. E che oggi, dopo decenni di attività da parte dell’ente di gestione, costituisce un mirabile esempio di integrazione fra natura, attività agropastorali e turismo.
  • L’Alpe Devero non è un’area depressa che necessita di sostegno economico, ma si trova al centro di un comprensorio escursionistico di grande pregio.
Pizzo Boccareccio. Foto: Luigi Ranzani
  • Approvare l’ipotizzato collegamento impiantistico sarebbe in palese contrasto con provvedimenti che la Regione Piemonte ha da poco approvato, nel rispetto delle regole dell’Unione Europea e della Direttiva Habitat e Uccelli, quali le misure di conservazione dei siti della rete Natura 2000 comunitaria. Sull’area interessata insiste una ZPS (Zona di Protezione Speciale della Direttiva Uccelli), all’interno della quale le norme non prevedono ampliamenti di impianti ma solo il loro adeguamento tecnico, anche con la riduzione numerica degli stessi. Oppure, il Piano Paesaggistico Regionale, approvato il 3 ottobre 2017 con l’intesa del Ministero dei Beni Culturali che prevede l’integrità del crinale del Monte Cazzola dove si ipotizza di arrivare con un impianto funiviario da cinquanta posti a viaggio e piloni di alcune decine di metri di altezza.
  • Un’economia diffusa, equa, legata culturalmente al territorio in cui si radica è un’alternativa possibile e credibile rispetto ai miraggi dei maxi investimenti di risorse che alterano lo stesso territorio nel momento stesso in cui affermano di valorizzarlo, ma in realtà lo sfruttano.
    Occorre considerare la crescente domanda di turismo “lento” e consapevole e sviluppare servizi, anche innovativi, qualitativamente e quantitativamente adeguati.