Una camminata per salvare il Lago Bianco
Cosa significa Parco Nazionale? Che significato hanno le parole “area protetta”? Sono queste le domande che mi sono posto già diversi anni fa, quando lanciai l’allarme relativo alle concessioni “assurde” rilasciate, nel totale silenzio, da diversi enti: comuni, provincia, regione e Parco Nazionale dello Stelvio, per approvare un progetto incredibile che prevedeva lo sfruttamento dello acque del prezioso Lago Bianco al Passo Gavia, per scopi puramente ludici, e cioè produrre neve artificiale. È’ difficile per chi non è del luogo comprendere l’importanza, la bellezza ma anche la fragilità dell’ambiente e degli habitat che ruotano attorno al Lago Bianco, ma siamo dinanzi ad un vero e proprio relitto dell’era glaciale, uno specchio d’acqua ad oltre 2600 metri attorno al quale gravitano molto speci vegetali di grande importanza, e soprattutto conserva l’unico esempio di tundra artica su suolo italiano. La sua alimentazione di fatto deriva ancora da un rock glacier, il morente ghiacciaio dei Tre Signori, che ancora giace sotto uno spesso strato di detriti, possiamo notare infatti un velo di limo su tutta la parte est del lago, proprio dove si immetto le acque glaciali che lo alimentano. È’ difficile prevedere cosa accadrà quando, di fatto, il ghiaccio ancora presente sotto i detriti, cesserà di alimentarlo, e questa deve essere ancora di più una ragione per tutelarlo. Limo che tra l’altro, oltre ad essere nutriente per terreni e speci vegetali, andrebbe persino tolto dal lago per il corretto funzionamento di tutto l’impianto che porterà l’acqua a Santa Caterina Valfurva, prima di finire nei cannoni da neve.
Insomma, questa non è una battaglia per vecchi romantici, è una battaglia ragionata e razionale, figlia del nostro tempo che richiede sforzi e cambiamenti epici, dove il ripristino della Natura deve essere un mantra, una battaglia per conservare la Natura invece che sfruttarla, per garantire la continuità degli habitat e delle acque del lago, dalle quali dipendiamo anche noi umani, anche se non possiamo accorgercene; un lago che quindi deve continuare ad esistere senza diventare di fatto un bacino di compensazione da riempire e svuotare a piacimento di imprenditori. Oltre a questi dettagli puramente ambientali, ci sono dettagli legislativi che chiudono il cerchio. Tutta la valle del Gavia è soggetta a forti vincoli, fa parte di una riserva statale fondata nel 2007 per compensare le perdite di habitat derivanti dal declassamento di un’area di parco adiacente, per l’ampliamento della skiarea di Santa Caterina in occasione dei mondiali 2005. La riserva “Tresero/Dosso del Vallon” ha vincoli e tutele ancora maggiori di tutta la restante area Parco, inclusa in ZPS (Zona Protezione Speciale) ed area Natura 2000. È’ chiaramente impossibile che, visto il Piano Parco ed il regolamento della Riserva, si sia potuti arrivare a queste concessioni. Per questo abbiamo creato un gruppo social, composto ormai da 1300 persone, per salvare il lago da questo crimine ambientale, stiamo raccogliendo fondi per sostenere le spese legali, affinché si faccia luce sulle autorizzazioni e per portare la questione fino ai più alti vertici della commissione europea in tematiche ambientali se sarà necessario, affinché venga stabilita la verità e vengano bloccati al più presto i lavori. Ripetiamo con convinzione che tutto questo, all’interno di queste aree protette, non può essere stato concesso senza forzature e storture. Convinti di questo portiamo avanti a testa alta la causa, affinché il lago bianco sia salvato ma, soprattutto, diventi un simbolo, affinché abusi del genere non vengano più perpetrati all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Aiutateci in questo progetto di salvaguardia ambientale di uno dei luoghi più incredibili delle Alpi.
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