Comelico: il ministero conferma tutti i vincoli

Di: Francesco Dal Mas
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L’Avvocatura di Stato chiude ogni prospettiva alle richieste provenienti da Auronzo, Comelico e Regione. Rimandata al 6 aprile l’udienza davanti al Tar che era prevista per l’altroieri

Manifestazione contro i vincoli a Venezia

Si complica la vicenda giudiziaria ed amministrativa dei vincoli paesaggistici per Auronzo ed il Comelico. E non solo perché il Tribunale amministrativo regionale ha rinviato al 6 aprile l’udienza che doveva tenersi il 12 marzo sui ricorsi presentati dalla Regione Veneto e dai Comuni, ma soprattutto perché l’Avvocatura dello Stato ha chiuso, per conto del ministero dei Beni culturali ed ambientali, ogni prospettiva di apertura alle richieste delle comunità locali e della stessa Regione.

I legali dei Comuni e della Regione, in considerazione dei tempi lunghi del dibattito in aula, avevano chiesto la sospensiva del decreto di imposizione delle nuove prescrizioni emanato il 5 dicembre 2019. È di questa sospensione che si tratterà appunto nella prima udienza dopo la riapertura del Tribunale dopo la sospensione causata dalla vicenda coronavirus.

Ebbene, nel parere fatto recapitare alle parti dall’avvocatura dello Stato, si sostiene anzitutto che la Regione non può arrogarsi il diritto di pianificazione paesaggistica per i limiti imposti dal codice dei Beni culturali ed ambientali, varato nel 2004. Anzi, si contesta alla stessa Regione di non aver predisposto per tempo il piano paesaggistico. Al tempo stesso l’Avvocatura obbietta ai sindaci che avevano lamentato i limiti imposti dai nuovi vincoli, che la realtà dei fatti non dà loro ragione.

L’annuncio della norma di salvaguardia risale al giugno 2019, il decreto che la conferma è del 5 dicembre scorso. In questo periodo – ricorda l’Avvocatura dello Stato – sono state presentate 300 richieste di autorizzazione, con una contenuta differenza rispetto al passato e, comunque, solo alcune non sono state accolte. Come dire che la Soprintendenza è stata di “manica larga”, vincoli o no. Quindi dalle nuove misure, secondo il ministero dei Beni culturali ed ambientali, non deriverebbe alcun danno al territorio e a chi lo abita.

Sarà dunque una fatica in più per i legali dei Comuni e della Regione dimostrare il contrario come, secondo i sindaci, è nei fatti. «Siamo in presenza», commenta l’avvocato Bruno Barel, legale del Comune di Auronzo, «di un attacco gravissimo all’autonomia della Regione, al rapporto di leale collaborazione tra lo Stato e la Regione, e alla funzione delle stesse autonomie locali. Stando al parere dell’Avvocatura dello Stato risulta infatti che il ministero dei Beni culturali ed ambientali e la Soprintendenza possono sostituirsi in tutto e per tutto alla Regione e quindi anche ai Comuni, finanche interferendo su come va recuperato un fienile o va sostituita la recinzione di un giardino».

Occupato nella sala di regia della protezione civile, l’assessore regionale Giampaolo Bottacin respinge radicalmente l’approccio dell’Avvocatura dello Stato e assicura che su questo fronte la Regione e i Comuni continueranno a dare battaglia.