Alemagna-A27, il cosiddetto “sbocco a nord” è fuori dai tempi

“Da duecento anni a questa parte la rivoluzione industriale ha completamente stravolto il nostro rapporto con la natura… gli oltre 7 miliardi di umani freneticamente intenti a divorare le risorse globali stanno rivaleggiando con i processi naturali: muoviamo più suolo dell’erosione di fiumi e ghiacciai; deforestiamo, inquiniamo aria, acqua e suoli con oltre 140.000 sostanze chimiche di sintesi; alteriamo il ciclo dell’azoto, del fosforo e del carbonio, cambiamo il clima e acidifichiamo gli oceani. Problemi complessi, che richiedono conoscenza e informazione, si caricano lentamente, come un ordigno a orologeria ed esplodono quando sono divenuti così giganteschi da sfuggirci di mano. Problemi inediti per la nostra capacità cognitiva individuale e collettiva, stabiliti dalle inesorabili leggi fisiche, chimiche e biologiche con le quali non sarà possibile né negoziare né ottenere sconti. Gli scienziati non sanno più come dirlo: dopo la dichiarazione di Rio del 1992 ormai è chiaro che il rischio ambientale è enorme, ma non sembra un elemento prioritario di politica ed economia” (L. Mercalli “Non c’è più tempo”).

In questa situazione, che richiederebbe la conversione dell’attuale modello di economia che è ne è causa e origine, e una presa di coscienza dei limiti prima che siano i collassi del nostro ambiente naturale ad imporceli, cosa continuano a fare la rappresentanza del Veneto in EUSALP (la Macro Regione Alpina), e una parte delle categorie produttive bellunesi? Invece di elaborare una strategia di cambiamento e di resilienza, concentrano i loro sforzi nel perorare il cosiddetto “sbocco a nord” dell’autostrada di Alemagna-A27, insistendo su un’economia basata sui trasporti e sul consumo di suolo, anche se questo comporta lo sventramento delle Dolomiti, un patrimonio di bellezza, di biodiversità, di culture.
Approfittano di ogni occasione per insistere su questa idea, diventata per qualcuno quasi una ragione di vita, o professionale. Il discorso è affiorato anche il 5 ottobre a Longarone e temiamo che la rappresentanza del Veneto lo ripeterà, isolata, anche domani 21 ottobre in occasione del vertice Eusalp di Genova.

Non è più possibile continuare a proporre e sostenere iniziative e progetti che vanno nella direzione del collasso senza porsi prima il dubbio e poi la scelta di un cambio di rotta, tanto nelle macro scelte che l’ecosistema Terra ci chiede, quanto nelle scelte locali riferite al territorio alpino della Valle del Piave.

Iniziative utili ed efficaci in questa diversa direzione sono possibili, come ci dimostrano Paesi e regioni attorno a noi; è tempo che tutti, responsabili politici in primis, se ne rendano conto.

Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore
www.peraltrestrade.it

20 ottobre 2019