Il Monte Bianco non è uno stadio e nemmeno un aeroporto.

L’8 e il 9 luglio scorsi un atleta italiano si è cimentato con l’impresa da record che l’ha portato da Genova alla cima del Monte Bianco in 14 ore, 42 minuti e 14 secondi. Il record precedente, del 2013, consisteva in un viaggio in bicicletta e poi a piedi da zero a 4810 metri realizzato in 16 ore, 35 minuti e 52 secondi. Il primo a tentare questa impresa, Marino Giacometti, aveva impiegato 23 ore per raggiungere la cima nel 1997.

Si possono amare o no questi exploit, divisi tra l’ammirazione per l’impresa sportiva e la considerazione che è preferibile prendere il proprio tempo per immergersi nella natura montana apprezzando ciò che ci offre, ma quello che sicuramente non amiamo è quando la discesa si effettua in elicottero! Perché il nostro valoroso atleta, un po’ stanco dopo quasi 15 ore di fatica, ha richiesto un elicottero per scendere, beffandosi con un solo gesto dell’etica e dei regolamenti…

Decisamente, essere la più alta cima d’Europa, non è una faccenda di tutto riposo per il nostro emblematico Monte Bianco. Dopo tanti anni di sforzi per proteggerlo, ecco che oggi un elicottero si posa sulla vetta per evitare la discesa ad un testimonial di vetture elettriche coreane !!

Quando si riuscirà a preservare la vetta del Monte Bianco dallo sfruttamento commerciale eccessivo e dannoso?

Le foto pubblicate sulla stampa online mostrano che l’elicottero privato italiano, molto probabilmente, si è posato in territorio francese per recuperare il nostro avventuroso atleta. Ora:

  •  l’art. L363 del codice di tutela ambientale francese dice che: “… nelle zone di montagna, il carico e scarico dei passeggeri su vettori aerei motorizzati a fini ludici sono vietati, eccetto che su una pista aeroportuale, ai sensi dell’art. L.6300-1 del codice dei trasporti”
  • L’ordine di tutela degli habitat naturali(APHN), adottato considerando tra l’altro : “ che è imperativo riportare la scalata del Monte Bianco al suo profondo valore alpino con la presa di coscienza della prova fisica e morale che rappresenta, dei rischi che implica e del rispetto del luogo, magico e grandioso “ e “ che spetta a tutti operare per assicurare tanto la sua difesa ambientale quanto il rispetto dello spirito del luogo e della salita in condizioni di sicurezza per coloro che aspirano alla vetta”, ha portato ad una più severa normativa in materia di sorvolo del Monte Bianco con la creazione di una zona regolamentata con l’interdizione al volo della vetta ( con le eccezioni relative al rifornimento dei rifugi, all’assistenza, salvataggio e pubblica sicurezza, quando non sia possibile aggirare la zona ).
Manifestazione agosto 1989 al Monte Bianco, pour le Parc

Di fatto, i firmatari condannano fermamente questa azione e si appellano alle autorità affinché una credibile politica di limitazioni dei sorvoli sia messa in opera su tutto il massiccio del Monte Bianco: in Francia su tutta l’area protetta e non solo attorno alla vetta ed anche, in maniera coordinata, in Svizzera ed in Italia.

Il Comune di Saint Gervais, in conformità all’impegno preso di denunciare tutti gli atti di questo tipo, ha già deciso di portare la questione in tribunale.