Passi dolomitici, deprimente marcia indietro
Giovedì 21 febbraio 2019, la Giunta Provinciale Trentina, ha deciso in modo sbrigativo ed unilaterale di interrompere il cammino fra amministrazioni ed associazioni ambientaliste CAI A/A e CAI SAT, intrapreso fin dal 2016 e volto a limitare il traffico automobilistico estivo in modo ragionato e consapevole, alla luce dei considerevoli danni ambientali che sta inesorabilmente producendo.
Nessun limite limiti quindi ad auto e moto sui passi durante l’estate: un deprimente passo indietro.
Con un colpo di spugna la Provincia di Trento cancella un lungo e faticoso lavoro condiviso fra associazioni ambientaliste Trentine e Altoatesine, MW, CAI A/A, SAT, AVS, Dachverband, Italia Nostra, Legambiente, WWF, Lia da Mont .
Le motivazioni che hanno portato la Giunta Provinciale a questa decisione sono quelle ormai ricorrenti che vedrebbero un’economia locale danneggiata e privata in modo importante dei propri proventi, da sempre ottenuti con i frequenti passaggi del traffico privato, annuncio questo tutto da verificare, anzi forse da smentire. Infatti se si leggono i dati di ASTAT (Bolzano) si registrerebbe al contrario tutt’altra tendenza nei due anni in cui si è svolta la sperimentazione della limitazione del traffico privato
nell’estate del 2017-18, sperimentazione peraltro già molto limitata e mediata con ampie discussioni. Ora si legge che l’amministrazione Provinciale chiederà un confronto con Alto Adige e Veneto per cercare delle alternative che però sappiamo benissimo non si avvicinano nemmeno alle ipotesi di limitazione del traffico automobilistico, percorso a suo tempo mediato fra mille difficoltà fra Alto Adige e Trentino, con l’istituzione di servizi navetta cadenzati e combinati che quantomeno riducevano il pesante afflusso dei mezzi motorizzati privati, pur con tutti i limiti
legati ai ristretti tempi di chiusura stabiliti.
È bene ricordare che dal Veneto in materia di traffico non c’è stata, fino ad oggi, alcuna apertura o condivisione di quell’iniziativa e a tutt’oggi ci sono scarse reali speranze di un possibile accostamento al tema. Ricordando che la decisione presa contrasta con tutte le buone pratiche che dovrebbero portarci alla tanto sbandierata sostenibilità ambientale, che in molte occasioni, ultima quella sulla conferenza tenuta la Muse giovedì 21 febbraio, dove l’assessore all’ambiente della PAT ha dichiarato che: “ non si può sottrarsi al dovere di riflettere su queste tematiche”. Per ora invece il tema della sostenibilità ambientale sembra purtroppo rimanere pesantemente ostaggio di miopi visioni economiche e di profitto immediato. Come ancora ha poi ricordato al Muse l’Assessore Tonina gli strumenti giuridici ed i piani energetici ci sono, noi tutti siamo pertanto in attesa di una loro doverosa applicazione.
Pertanto chiediamo all’amministrazione Provinciale la ripresa di un ampio confronto con tutti i portatori di interesse e non solo quelli economici, siamo infatti in assenza di una strategia del turismo che investa in qualità e che sta portando sempre più le esigenze urbane in quota facendo perdere di conseguenza specificità e tipicità della montagna.
Ricordiamo infine, cosa non da poco, che la zona di cui si parla è inserita dal 2009 nel patrocinio UNESCO che nei propri valori affida alle popolazioni locali la gestione del bene comune recependo le linee guida approvate nei diversi piani di gestione nei quali è inserito a pieno titolo il piano della mobilità e gli accessi alle alte quote.