Val Grande di Lanzo: la wilderness dei Valloni di Sea e Trione è in pericolo!
Allo studio iniziative volte a promuovere la tutela di quest’area naturale dalle incombenti minacce.
Pochi valloni delle Alpi possono vantare un insieme di caratteristiche storico-paesaggiste tali da renderle uniche, così da motivarne un viaggio o una visita perché se ne possa comprendere davvero l’“anima” attraverso un’empatia diretta.
Così è per il vallone di Sea, uno degli angoli più suggestivi, selvaggi e misteriosi non solo della montagna piemontese ma dell’intero arco alpino, incastonato nelle Alpi Graie meridionali all’estremo nordovest d’Italia.
Sfruttato nei corso dei secoli come naturale via di passaggio con la vicina Francia, svela, lungo un sentiero che si sviluppa per oltre dieci chilometri stretto tra alte montagne e pareti vertiginose, scorci naturali davvero unici, raggiungendo l’ampia sella che a 3100 metri si affaccia sull’Haute Maurienne, con una distesa glaciale tormentata di crepacci e punteggiata di morene in perenne modellamento.
Dal Colle di Sea la vista spazia dal Massif de la Vanoise al Monte Bianco, lasciandosi alle spalle il versante nord dell’Uja di Ciamarella (3676 metri). Un tempo questo colle fu luogo di transito commerciale e di transumanza, testimonianza delle alterne vicende climatiche che hanno caratterizzato l’arco alpino e la presenza glaciale.
Il comune di Groscavallo, nelle Valli di Lanzo (TO), ha intenzione di presentare uno studio di fattibilità per accedere ai fondi europei al fine di costruire nuove strade nel Vallone di Sea ed in quello di Trione, per un ipotetico ritorno economico con il pretesto di ristrutturare alcuni alpeggi ed incrementare la presenza turistica, così in nome della speculazione economica si distruggerà irrimediabilmente uno degli ultimi luoghi ancora incontaminati delle Alpi Occidentali.
La strada dovrebbe partire dai 1219 m di Forno Alpi Graie e raggiungere l’Alpe di Sea a 1800 m comportando un danno irreparabile al Vallone, regno misterioso e magico degli arrampicatori un po’ visionari Giampiero Motti e Giancarlo Grassi, grandi amanti di quelle bastionate rocciose: se arriverà la strada nulla sarà più come prima.
La zona, inoltre, fu colpita pesantemente dalle alluvioni degli anni passati e la costruzione di una strada potrebbe peggiorare il dissesto idrogeologico dell’area.
E’ nostro dovere difendere questo piccolo paradiso dal turismo di massa e dagli interessi di pochi, non si può stare in silenzio a guardare la distruzione della wilderness nel Vallone di Sea.