Ancora in corteo a Cortina: opere olimpiche tra ritardi e spese fuori controllo. E il CIO fa come Pilato.
Il 13 aprile a Cortina d’Ampezzo oltre duecento cittadini hanno protestato contro le Olimpiadi. Certo, la pista di bob era la grande inquisita perché la struttura riassume tutti i difetti dei grandi eventi sportivi. Spese insostenibili, assenza di piani di gestione delle grandi opere, assoluta mancanza di trasparenza e condivisione con i territori e la città (Milano).
I manifestanti partiti da Socòl (area che accoglie gli operai del cantiere della ditta Pizzarotti che deve lavorare sulla pista) e in sei chilometri di corteo hanno raggiunto la zona che ospiterà la pista. Sei chilometri di dialogo, confronto, scambio di esperienze fra persone oltremodo motivate.
Da dove venivano tanti amici? Cortinesi e poi dall’Alto Adige soprattutto, da Vicenza come da Venezia, dal bellunese e dal Trentino. Un grande abbraccio interregionale che ha scandito un deciso No ai grandi eventi sulle Alpi. Perché territorio fragile come ambiente e come tessuto sociale.
La consigliera comunale di Cortina Roberta De Zanna (Cortina Bene Comune) ha allargato l’orizzonte a tutte le opere che coinvolgeranno l’abitato. Su Cortina pioveranno 900 milioni di euro, pista di bob, circonvallazione, lavori allo stadio olimpico, villaggio olimpico, la speculazione immobiliare all’ex stazione ferroviaria, il collegamento sciistico verso Socrepes (Tofana). Interventi che oltre, a sconvolgere l’abitato per un decennio, renderanno impossibile ai giovani del paese viverci, causa i costi impossibili degli affitti e dell’acquisto di una casa.
Luigi Casanova ha raccolto l’invito degli ambientalisti francesi a fare fronte comune contro ogni grande evento. Affermano che la stessa città di Parigi subirà modifiche sociali tanto forti da impedire alle classi media e ai più poveri di viverci. Anche nelle città i grandi eventi penalizzano le categorie sociali più fragili. Sarà CIPRA International e Italia a costruire questo legame e a alimentare le collaborazioni.
Sono seguiti decine di brevi testimonianze. Mountain Wilderness, Italia Nostra, Per altre strade, rappresentanti dei CAI regionali, Libera, Alpenverein, Dachverband, e specialmente tanti giovani. Il gruppo cortinese Pista Boh (vedere loro sito), studenti universitari, ambientalisti di Vicenza ecc. Tutti questi interventi hanno avuto come bersaglio il CIO. Si accusa l’organismo internazionale olimpico di essersi lavato le mani in presenza dell’inefficienza della macchina organizzativa italiana, le spese esorbitanti, la totale assenza di partecipazione e trasparenza. (vedasi dichiarazioni del ministro Giorgietti, nella stessa giornata, alla caserma della Scuola di Finanza di Predazzo in polemica con Giovanni Malagò). Raccogliendo questo corale attacco si sta preparando un’ampia delegazione che si porterà a Losanna per un sit-in sotto la sede del CIO.
La tabella riporta le spese a oggi certe preventivate in occasione dell’evento olimpico. Sono esclusi 1,6 miliardi di euro destinati alla gestione die giochi e gestiti senza controllo dalla Fondazione Milano Cortina 2026 e dal CIO. La spesa olimpica italiana a oggi supera in totale i 5,7 miliardi di euro. Dati Mountain Wilderness Italia.
Luigi Casanova