Alpi Apuane: lo scempio della cava della Focolaccia

La logica del profitto non conosce limiti e arriva persino a distruggere quello che la natura ha impiegato millenni per costruire. È quanto sta avvenendo sotto gli occhi di pochissimi addetti ai lavori nel cuore delle Apuane, dove nel corso di un’opera devastatrice che dura da diversi anni, è stata addirittura cancellata da una zona di grande pregio ambientale e di impareggiabile bellezza, la cresta di un monte. Sì, la cresta di un monte che univa il Monte Cavallo al Monte Tambura tagliata dai fili elicoidali e da moderne apparecchiature. Qui si trova il passo della Focolaccia ad una quota di 1685 metri a cavallo del confine dei comuni di Massa a di Minucciano e che ora risulta abbassato di oltre 50 metri.
Tale attivita’ ha prodotto numerosi danni indelebili, alterazione e deturpazione di bellezze naturali offendendo e oltraggiando l’ambiente circostante , sotto il profilo geologico, per le imponenti modificazioni morfologiche dell’assetto territoriale ivi compresa l’ostruzione di cavita’naturali, in zona carsica. Sotto il profilo idrogeologico, per l’ostruzione della parte iniziale dell’ aveolo del torrente acqua bianca, ed inoltre trattandosi di una zona ad alta vulnerabilita’ degli acquiferi in stretta comunicazione con la sorgente del frigido di forno, la piu’grande della toscana. Inoltre e’ stata distrutta una dolina (un grande inbuto naturale) che convoglia le acque piovane nelle falde acquifere cementificandola, trasformandola in un deposito d’acqua per la cava in questione.grave il danno al patrimonio botanico per la presenza nella zona di numerose specie strettamente endemiche delle apuane, con la scomparsa di una pianta relitta: l’herminium pyrenaicum a suo tempo segnalata dal professor Erminio Ferrarini grave dissesto idrogeologico provocato dall’ enorme ravaneto sottostante (materiale di scarto) che ha comportato tra l’altro il massacro di moltissime piante ed essendo in precario equilibrio rappresenta di fatto una situazione di grave pericolo per le popolazioni sottostanti (paesi di Gorfigliano e Gramolazzo) in caso di gravi calamita’ naturali come quelle che si sono verificate sul versante versiliese e garfagnino delle apuane che hanno seminato morte e distruzione. Per ultimo ma non per importanza il grave inquinamento acustico provocato continuamente dai rumori delle macchine operatrici e deflagrazioni che raggiungono anche le vette circostanti dove nidificano rapaci protetti e molto rari. Nonostante l’ intervento della magistratura nel 1992 e 1994 col sequestro della cava e la relativa condanna dell’ imprenditore per mancanza prima del vincolo paesaggistico e poi del vincolo idrogeologico un’irresponsabile e speculativa gestione del territorio ha pemesso a suddetta attivita’ di andare avanti. Nella primavera del 2000 nell’intento di fermare qesto scempio che si sta’ consumando sulle apune ben 18 associazioni hanno presentato un’ espostodenuncia alla procura della repubblica di Lucca per alterazione edeturpazione di bellezze naturali denuciando il Parco delle Alpi Apuane e i comuni di Minucciano e Massa responsabili di aver rilasciato le autorizzazzioni. Nonostante cio’ quest’ opera devastatrice che arriva ad offendere la dignita’ di essere uomini va avanti. Pertanto nonostante i 2 interventi dell’ autorita’ giudiziaria le ripetute e insistenti proteste dei cittadini e delle associazioni l’autorizzazione dell’ orrore continua a produrre devastazione e distuzione nel cuore di quel capolavoro della natura che sono le alpi apuane, inoltre visto i danni e i rischi che suddetta attivita’ produce per la collettivita’ (anche se ormai consapevole che oggigiorno troppa gente si spaccia come garante dell’ ambiente ma in realtà ci si sciacqua solo la bocca altrimenti non si spiega come possano esistere certe brutali aggressioni all’ambiente contiuo a sperare). Il sottoscitto insieme ad altre persone e ad associoazioni che si battono da anni per raggiungere l’obbiettivo si è deciso di organizzare una grande manifestazione di rilevanza nazionale al Passo della Focolaccia agli inizi del prossimo autunno per chiederne l’ immediata cessazione e attivare un progetto di recupero ambientale finannziato dal ministero dell’ ambiente dalla regione toscana dalla provincia di lucca dal parco delle alpi apuane dai comuni di Massa e Minucciano, potendo di fatto creare un nuovo futuro lavorativo meno pericoloso e piu dignitoso alla decina di lavoratori interessati e rimediare in parte agli errori del passato.
Dino Ferri
ferri53@cheapnet.it