Olimpiadi insostenibili, il presidio a Cortina contro la pista da bob. Ecco com’è andata.

Lunedì 19 mattina, come annunciato, ci siamo ritrovati puntualmente alle nove nei pressi della ex vecchia pista da bob Eugenio Monti.
Nell’area transennata di Ronco invece nessuna traccia di operai dell’impresa Pizzarotti, che si è aggiudicata l’appalto da 81 milioni, né dei lavoratori della subappaltante Grigolin, incaricata di costruire gli alloggi per gli addetti al cantiere. In silenzio anche le motoseghe pronte ad abbattere circa 500 larici secolari, sacrificati per fare posto al nuovo tracciato dello sliding center.
Assente anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: sponsor politico dell’opera assieme al governatore del Veneto, Luca Zaia, aveva annunciato la sua presenza per la “posa della prima pietra”.

A consigliare il rinvio dei, la nostra pacifica ma seguitissima (dalla stampa nazionale e internazionale) manifestazione contro una pista unanimemente considerata un distruttivo, inutile, dispendioso e insostenibile sperpero di denaro pubblico. Oltre 200 i rappresentanti delle associazioni, saliti tra le Dolomiti anche da Milano, Bormio, Venezia, Trentino e Alto Adige, per ribadire un secco no ai Giochi dell’insostenibilità.

Ha aperto la giornata l’intervento di Marina Menardi del Comitato Civico con la lettura delle lettera della consigliera di Cortina , Roberta De Zanna, assente per motivi di salute.
Tra i molti interventi :
Luigi Casanova ,MW, sull’insostenibilità delle Olimpiadi.
Silverio Lacedelli ambientalista di Cortina, con la spiegazione tecnica delle molte problematiche di questa pista.
Giovanna Ceiner, Italia Nostra ha spiegato le azioni giuridiche intraprese.
Giancarlo Gazzola ha spiegato la posizione di MW e l’assurdità di questo progetto della pista da bob.
Alberto Peruffo di CAI e MW ha portato i saluti e la posizione del presidente nazionale CAI contro questo progetto.
Piermario Fop di Libera sulle problematiche mafiose.
Mirta Da Pra del Parco del Cadore.
Hans Schmieder del Comitato Val Pusteria, ha spiegato come anche i lavori dell’Alto Adige non siano cosi rosei come sembra, specialmente sul tema ambientale.
Toio de Savorgnani ha portato i saluti di Michele Boato dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, sottolineando ancora una volta l’assurdità di queste insostenibili Olimpiadi.
Augusto De Nato WWF ci ha resi partecipi di alcune sue riflessioni sul tema ambientale e del cambiamento climatico.
Altri interventi dei giovani ambientalisti molto validi ed entusiasmanti.
Per finire l’intervento ( forte) della consigliera regionale del Veneto, Cristina Guarda di Verdi-Europa.
Una presenza costante delle politica al fianco delle lotte ambientaliste contro la follia di queste olimpiadi.

Dopo i sedici interventi degli oppositori, che hanno esposto striscioni davanti alla stampa internazionale, una delegazione è salita nel bosco fino alla partenza della vecchia pista Monti. Appesi al tronco di alcuni alberi monumentali, volantini con la scritta “Sono un larice sano e bello non abbattermi per fare una pista da bob”.

“Questa è stata l’ultima manifestazione – dice Marina Menardi, anima della rivolta – perché il potere politico ormai ha deciso e il nostro governo non si fermerà davanti a niente e a nessuno. Non smetteremo però di vigilare e almeno si sapranno i nomi dei responsabili di un disastro ambientale, paesaggistico ed economico”. La Pizzarotti ha promesso l’opera grezza entro marzo 2025, tempi record e senza precedenti. Per realizzare i 1650 metri del tracciato, con 16 curve e un dislivello di 110 metri, lavoreranno fino a 200 operai su 2 turni quotidiani sei giorni a settimana: un giallo l’ingaggio di una task-force norvegese, che nessuno più conferma..