TAV: non abbiamo bisogno di un nuovo traforo : ciò che serve è la riduzione del traffico ed il controllo dei flussi su scala alpina.

Comunicato interassociativo di CIPRA France, CIPRA International, Mountain Wilderness France, Mountain Wilderness Italia.

La Torino-Lione è oggetto di dibattito sull’arco alpino da più di 30 anni e da allora ci si interroga sul progetto, evidenziando le sue debolezze e chiedendo soluzioni. Questo documento vuole illustrare questi dubbi chiedendo di mettere in pratica le soluzioni.

Le Alpi stanno soffrendo in maniera particolare il riscaldamento climatico, le attività umane non fanno altro che incrementare la loro estrema vulnerabilità, soprattutto nel settore dei trasporti. La sfida oggi è trovare soluzioni condivise e rendere l’impatto del trasporto compatibile con la natura e le persone. La rilevanza delle grandi opere non coordinate dev’essere messa in discussione per evitare o minimizzare l’impatto che possono avere sull’ambiente e sulla vita umana.

In seguito alla ratificazione del protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi (1) ( in Francia nel 2005, in Italia nel 2013) tutti i Paesi Alpini e l’Unione Europea  si sono impegnati a “ dare un contributo decisivo allo sviluppo sostenibile migliorando la qualità della vita con il controllo dei volumi di traffico gestendo il trasporto in un modo più sostenibile per l’ambiente ed incrementando l’efficienza dei sistemi di trasporto già esistenti

Nel 2021 l’ottavo Report sullo Stato delle Alpi, relativo alla qualità dell’aria nelle Alpi, redatto sotto la Presidenza Francese, ha constatato che il traffico, in particolare quello di transito, contribuiva in modo significativo alla cattiva qualità dell’aria: “ In termini di salute umana, il valore obiettivo AQG dell’OMS ( 10 microgrammi /m3) è stato sorpassato nella maggioranza delle stazioni e solo pochi siti ( da 7 a 10, a seconda dell’anno), soprattutto in zone rurali e suburbane, erano conformi. Il risultato del monitoraggio della qualità dell’aria nelle Alpi chiaramente dimostra che l’inquinamento da PM 2,5 è il maggior problema su tutto il perimetro della Convenzione delle Alpi “. Il report raccomanda misure ad hoc per migliorare i parametri.

Nell’autunno 2022 la Simplon Alliance (2), un’associazione di Ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente di 8 Paesi Alpini compresi nella Convenzione delle Alpi, han raggiunto tappe importanti verso soluzioni condivise con lo slogan: “ avoid-shift-improve “ ( evitare-trasferire-migliorare) : “ Le strade più ecologiche sono quelle che si possono evitare. A questo proposito lo sviluppo sostenibile può contribuire in modo rilevante ad evitare il traffico. I singoli individui, le aziende e le amministrazioni pubbliche possono egualmente contribuire a ridurre il bisogno di mobilità incoraggiando il telelavoro, la mobilità condivisa e stimolando altri cambiamenti sostenibili nelle abitudini di spostamento e di consumo. Il traffico che non può essere completamente evitato dev’essere trasferito a modalità di trasporto ecologicamente sostenibili specialmente il treno per le merci ed i trasporti pubblici per le persone”.

Viene anche riconosciuto che : “ Lo spazio disponibile per le infrastrutture relative ai trasporti è particolarmente limitato nel fragile territorio alpino”.

I Paesi Alpini sono perciò : “ convinti che, adottando e perseguendo questi approcci, possiamo tutti insieme rendere il trasporto nelle Alpi neutro per il clima e resiliente ai cambiamenti climatici al più tardi nel 2050 “

[1] Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi : : https://www.alpconv.org/fileadmin/user_upload/Convention/FR/Protocol_Transport_FR.pdf    

[1] Conformément au paragraphe 12 du préambule du Protocole Transports

[1] 8ème Rapport sur l’état des Alpes concernant la qualité de l’air dans les Alpes, p. 67.  https://www.alpconv.org/fileadmin/user_upload/Publications/RSA/RSA_8_FR_web.pdf[1]

Plan d’action de l’Alliance du Simplon : https://www.are.admin.ch/are/fr/home/cooperation-internationale/la-convention alpine/prioritesthematiques/alliance-simplon.html

Gli impegni e le promesse devono trasformarsi in azioni concrete.

Le associazioni di protezione della montagna aspettano dunque risposte ad alcune domande che evidenziano le problematiche della linea ferroviaria Lione-Torino:

  1. Perché il traffico sulla linea ferroviaria esistente diminuisce di anno in anno? Con la sua capacità da 15 a 17 milioni di tonnellate questa linea potrebbe supportare i ¾ del volume delle merci che transitano attualmente nei tunnel stradali del Monte Bianco e del Frejus. Con un costo attualmente stimato di 26 miliardi di euro questo progetto ha distratto finanziamenti per migliorare altre linee esistenti negli ultimi 30 anni.
  2.  Perché continuare a sviluppare progetti di strade ed autostrade tra la Francia e l’Italia se l’obiettivo è quello di ridurre il traffico commerciale dei TIR ? Dal 2006 la CIPRA sottolinea l’importanza di una politica globale di logistica dei trasporti che va ben al di là della questione della TAV Torino-Lione: per esempio la recente costruzione di una seconda canna del Frejus diminuirà in modo considerevole l’opportunità di offrire un’alternativa credibile al trasporto su strada trasferendo il traffico sulle linee ferroviarie franco-italiane.
  3.  Perché non dare la priorità alla costruzione di autoporti da una parte e dall’altra del tunnel del Frejus? Oltre ai numerosi problemi ambientali causati dallo scavo di un tunnel , danni alla biodiversità, scomparsa di sorgenti, etc. la reale sfida della Torino-Lione in termini di trasferimento modale è anche di caricare facilmente i camion o le loro merci sul treno in modo che possano viaggiare il più lontano possibile fuori dalla rete stradale. Se si trasporta l’intero camion questo dà anche l’opportunità ai camionisti di riposarsi, riposo in ogni caso necessario. Ciò presuppone punti di carico situati ben prima dell’entrata del tunnel.

E’ necessario andare avanti in maniera globale ed orientata verso soluzioni per il trasporto intra e transalpino. Questo richiede una visione che integri le preoccupazioni sociali, economiche ed ecologiche e traduca in azioni concrete gli impegni presi. Le seguenti richieste sono in linea col Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi.

Ci sono 8 prerequisiti per la gestione coordinata dei trasporti  su scala alpina:

  1. Le Alpi sono uno spazio vitale non un corridoio di trasporto.

Questa è la cosa più importante da enfatizzare e da ripetere. Questo vale in particolare nelle principali valli alpine con i loro consistenti volumi di traffico. Dev’esserci spazio per un’esistenza dignitosa dei suoi abitanti e per una natura prosperosa. Solo preservando la biodiversità ed il suo potere rigenerativo noi possiamo, in quanto umani, sopravvivere. Nelle principali valli alpine, dove si concentra il traffico, l’inquinamento acustico e dell’aria hanno effetti particolarmente negativi. Spesso si ha un effetto eco del rumore a causa dei pendii vallivi e l’aria inquinata che si accumula nelle valli a causa dell’inversione termica forma un cocktail tossico di fumi provenienti dalle auto e dalle industrie, aggravato in inverno dal riscaldamento domestico.

  • La sicurezza delle persone e della Natura dev’essere garantita.

Promuovere la salute e la sicurezza della popolazione è un compito fondamentale per tutti gli Stati, così come proteggere e preservare le risorse naturali. La politica del trasporto nelle Alpi deve dunque tenere conto dell’ottavo Report sullo stato delle Alpi del 2021 e proibire il trasporto di merci pericolose sulle strade delle Alpi così come già si sta facendo in Svizzera. Sarebbe più sicuro trasportare le merci pericolose e tossiche su ferrovia.

  • Tutte le fonti di trasporto devono essere prese in considerazione

Il traffico nelle Alpi è generato dai residenti a livello regionale e rinforzato notevolmente a livello interregionale dall’incremento del trasporto di beni.

  • La partecipazione della popolazione è essenziale

Nella ricerca di soluzioni, sia per il trasporto regionale che per quello che attraversa le Alpi, sono decisive la partecipazione di tutti i portatori di interesse e l’accordo con le popolazioni locali.

  • La riduzione del traffico ed il rispetto della capacità limitata è indispensabile

Le risorse naturali e tecnologiche così come la capacità delle vie di comunicazione sono limitate. Nello spazio ristretto delle valli alpine non c’è più posto per nuove strade e nuove ferrovie. Malgrado l’evidenza questo non è ancora riconosciuto a livello politico in molti luoghi. L’espansione senza fine delle vie di trasporto, sia strade che ferrovie, perciò è possibile solo trasferendo il traffico dalle valli alle montagne, attraverso i trafori. In ragione dei costi elevati per l’economia e per l’ecologia, anche questa soluzione è inevitabilmente limitata. La riduzione del volume di traffico dev’essere quindi il principale obiettivo.

  • La gestione del traffico su scala alpina è una misura decisiva

Le risorse limitate devono essere gestite in maniera coordinata. Ciò è già evidente nel traffico urbano. Tuttavia, per il trasporto su strada, ci rifiutiamo di vedere le cose come sono e chiediamo un’illimitata libertà di movimento. La realtà si oppone a questo, specialmente nei corridoi alpini. Solo alcune vie di comunicazione hanno una funzione europea e collegano regioni e paesi tra di loro. Di conseguenza serve una gestione comune delle vie di comunicazione su scala alpina che permetta di trasportare persone e merci su strada o ferrovia a seconda dello spazio disponibile. Le misure appropriate sono ben conosciute da anni, e sono basate su una gestione dinamica dei volumi di traffico in funzione della domanda, per esempio un sistema di slot, con tariffe diversificate. In rapporto diretto col traffico pesante transalpino, si ipotizza un prezzo di passaggio dei camion che aumenta secondo il principio di domanda/offerta (chi vuole circolare nelle ore di punta paga di più rispetto a chi circola in ore di bassa affluenza di veicoli).

  • Una valutazione dei costi è indispensabile

Una politica di trasporti equa e sostenibile a tutti i livelli implica che i prezzi siano proporzionati all’origine dei costi. Tutti i costi esterni relativi a rumore, inquinamento, uso di energia, consumo di risorse ed altri danni alla natura ed alla salute umana causati dal traffico devono essere valutati e indennizzati da coloro che li hanno causati. Se questo non è garantito dalla legge, conviene promuovere il trasporto pubblico in altri modi, spostando il traffico di transito dalla strada alla ferrovia. In effetti, il trasporto ferroviario di persone e merci, alimentato da energie rinnovabili, è molto meno invasivo, più rispettoso dell’ambiente e più efficace sul piano energetico rispetto al trasporto su strada.

  • Il passaggio delle merci dalla strada alla ferrovia è una priorità

In conclusione, consideriamo una priorità assoluta il trasferimento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia in conformità con le disposizioni previste dal Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. In questo protocollo “ Le parti si impegnano a perseguire una politica di trasporto sostenibile che riduca i disagi ed i rischi nel settore dei trasporti intra e transalpino in modo che sia sopportabile per gli umani, la flora e la fauna così come per i loro ambienti vitali ed habitat, in particolare trasferendo su ferrovia una porzione sempre maggiore di traffico, specialmente di merci, con la creazione di infrastrutture appropriate e di incentivi in linea col mercato”.

Rafforziamo ugualmente l’urgenza della messa in opera di progetti utili in Francia ed Italia che siano pienamente coerenti con lo spirito del protocollo menzionato sopra. Si potrebbe cominciare migliorando la linea ferroviaria esistente in Val di Susa , detta linea del Moncenisio, e un conseguente trasferimento modale su di essa.

Firmatari:

CIPRA France

CIPRA International

Mountain Wilderness France

Mountain Wilderness Italia