L’uccisione dell’orsa Kj2 e la posizione di Mountain Wilderness

L’uccisione dell’orsa Kj2 in Trentino

L’attacco dell’orso Kj2  a  un uomo in Trentino, seguito dall’uccisione del plantigrado per ordine dell’amministrazione provinciale , ha scatenato  la polemica sulla reintroduzione delle specie selvagge.

Gli orsi sono stati reintrodotti in tutta Europa almeno dai primi anni Novanta, grazie ai programmi per la fauna selvatica finanziati dall’Unione Europea. Dopo la vicenda dell’orsa Kj2, alcuni politici hanno cominciato ad utilizzare questi incidenti per chiedere una revisione di questi programmi decennali. Ci sono appelli per consentire di nuovo alle persone di cacciare gli orsi, sebbene questi rimangano una specie a grave rischio di estinzione nell’ Europa occidentale.

La posizione di Mountain Wilderness

L’associazione Mountain Wilderness Italia ha appreso con rammarico dell’abbattimento dell’orsa KJ2 avvenuta lo scorso sabato 12 agosto. Questa grave decisione presa dall’Amministrazione Provinciale Trentina era prevedibilmente destinata a creare dibattiti e scontri molto aspri sia fra i cittadini trentini che del resto d’Italia. Molte sono state le prese di posizione avverse, lanciate da associazioni animaliste in particolare, ma si sono avuti accesi dibattiti e dichiarazioni in entrambi gli schieramenti da parte di personaggi di spicco del mondo sia scientifico che alpinistico.

MW Italia è rimasta perplessa da questa decisa e repentina azione che, ad essere sinceri, in pochi ci si sarebbe aspettati. Era noto che questo animale, peraltro già conosciuto alle cronache e definito“problematico”, sarebbe stato prima o poi catturato e tolto dal suo ambiente. La scrivente associazione sulla cattura non ha obiezioni in merito, conoscendo abbastanza a fondo il progetto“Life Ursus” ed essendo spesso in contatto con gli esperti dello stesso, ma rimane comunque perplessa sull’uccisione. Resta il dubbio, con tutti i limiti e le conseguenze per l’animale, se non sarebbe stata sufficiente una cattura ed un isolamento quantomeno temporaneo prima di arrivare a tanto. Questa è per il momento una prima ed importante obiezione che poniamo aldilà dei protocolli previsti per la gestione e gli interventi nei progetti di reintroduzione e dai piani d’azione interregionale dei grandi carnivori nei quali, sappiamo, in particolari casi è comunque previsto l’abbattimento.

L’associazione MW si riserva di produrre un documento più articolato ed approfondito, nell’intento di intervenire in modo costruttivo e migliorativo sulla futura gestione e
continuità dei progetti di reintroduzione dei grandi carnivori sulle Alpi, con l’auspicio di trovare un seguito di maggior coinvolgimento dei cittadini e una maggiore capacità di ascolto delle
associazioni da parte delle amministrazioni politiche sulle tematiche ambientali in genere.
In questo caso in particolare riteniamo che con una migliore gestione informativa, di
coinvolgimento, volta a migliorare l’approccio culturale, mettendo in secondo piano quello
turistico, sarebbe stato possibile evitare inutili e assurde contrapposizioni che assomigliano più a tifoserie calcistiche che a serie riflessioni e ricerca di condivisione delle scelte calate sul territorio.

Franco Tessadri