A volte si puo’ vincere!

Il Consiglio di Stato condanna Radio Subasio anche al pagamento delle spese processuali!

Per ora Monte Gennaro e’ salvo.

Quindi, coraggio!!! anche se le nostre battaglie vanno avanti per anni, ed e’ faticosissimo essere costantemente “di vedetta”, e quotidianamente in prima linea, non dobbiamo mollare i nostri territori.

Ringraziamo anche le altre associazioni che hanno sostenuto questa dura vertenza ed i comitati ed amministrazioni locali, con manifestazioni, presidi, ricorsi, comunicati stampa…

Grazie particolare anche ai soci laziali che son stati in prima linea con impegno, competenza, passione.

A destra in questa pagina potete trovare il link alla sentenza (.pdf).

Buon lavoro a tutte/i

La vetta del Monte Gennaro domina la linea dei monti che si vedono da Roma. Per la bellezza dei sentieri e dei panorami è la meta più amata dagli escursionisti laziali.
Si trova nel Parco Regionale dei Monti Lucretili, in zona in cui è consentito solo restauro ambientale, inclusa anche nella rete di tutela “Natura 2000” della UE. Si tratta, quindi, di una delle aree a massima tutela del Lazio. Eppure in prossimità della cima, a quota 1210 m, è prevista la realizzazione di un’antenna radiofonica alta 92,5 m a cui si andrebbero ad aggiungere due antenne delle stesse dimensioni per l’emittenza televisiva, servite da capannoni industriali e strada d’accesso. Tutto questo sarebbe un gravissimo danno al valore ambientale e turistico del Monte Gennaro, che è il luogo-simbolo del Parco dei Lucretili.
Nel 2004 viene presentato un progetto di “risanamento ambientale” che prevede la rimozione e collocazione su una sola antenna di vari piccoli tralicci già esistenti in un’area degradata a quota più bassa. La Conferenza dei Servizi esprime un parere positivo con riserva, una riserva che non è mai stata sciolta; sulla base di ciò il progetto avanza, tanto che negli anni seguenti il Comune di Marcellina firma un accordo con l’emittente radiofonica privata Radio Subasio per l’installazione di un’antenna su Monte Gennaro, garantendo al Comune stesso introiti per 15mila euro l’anno. Nel frattempo -e siamo nel 2007- la Regione Lazio approva una variante al Piano Territoriale di Coordinamento che prevede lo spostamento dei ripetitori di Monte Mario, rei di possibili danni da elettromagnetismo per i residenti, in altri siti individuati tra i quali appunto Monte Gennaro.
Nel 2008 la Regione esprime parere favorevole alla valutazione d’incidenza del progetto, ma prescrive alcuni interventi (rimozione dei tralicci già esistenti e bonifica generale dell’area in questione) in attesa dei quali per autotutela sospende la valutazione stessa; mentre la Regione decideva il da farsi l’area è stata recintata per dare inizio ai lavori. L’affare si complica: prima dell’inizio dei lavori vengono alla luce i resti archeologici della chiesetta di San Gennaro del XII secolo che dà il nome alla montagna, e si scopre che l’area del cantiere è sottoposta ad usi civici e il cambiamento di destinazione d’uso per la realizzazione del traliccio richiede una modifica del Piano d’Assetto Territoriale.
L’anno successivo, a seguito di una verifica d’ottemperanza, la Regione stessa ha ritenuto che la relazione integrativa al progetto presentata da Radio Subasio fosse inadatta a garantire la bonifica degli impianti esistenti, esprimendo definitivo parere negativo sulla valutazione d’incidenza. Mentre Radio Subasio si rivolge al TAR impugnando le decisioni regionali, si alzano gli scudi delle amministrazioni: la Regione Lazio, che in un primo momento aveva deliberato il cambio di destinazione d’uso del terreno per la costruzione dell’antenna, in seguito annulla tale decisione ripristinando gli usi civici; il Comune di Palombara Sabina emette un’ordinanza con la quale vieta l’accesso ai mezzi pesanti sulla strada che insiste sul proprio territorio e che conduce ai cantieri; il Parco persegue anch’esso le vie legali, sostenuto da Associazioni e comitati locali, contro la decisione del TAR che nel frattempo si era espresso a favore dell’emittente radiofonica.
Per arrivare ai giorni nostri, la recente sentenza del Consiglio di Stato riconosce la validità del parere negativo sulla valutazione d’incidenza del progetto, annulla la sentenza del TAR e di fatto impedisce la prosecuzione dei lavori.
Naturalmente la storia non finirà qui: infatti il Consiglio di Stato non è entrato nel merito della legittimità di realizzare il traliccio, ha solo stabilito che le prescrizioni non possono essere ignorate o aggirate dai costruttori. Attendiamoci dunque in futuro la presentazione di nuovi progetti, e speriamo da un lato che le Amministrazioni facciano il loro dovere, dall’altro che la straordinaria mobilitazione dei cittadini e delle Associazioni continui in un’opera di attento monitoraggio e di pretesa del rispetto della legalità, della salute pubblica e dell’ambiente.

lazio@mountainwilderness.it