Bilancio di un inverno senza neve

Cari amici di MW, inviamo circa mensilmente una newsletter ai soci per fare il punto della situazione sulla attività dell’associazione e su quello che succede in montagna e che, secondo la nostra opinione, merita attenzione.
La proponiamo ora anche sul sito, pensando di fare cosa gradita.
Se volete ricevere la newsletter, vi chiediamo gentilmente di mandare una mail a web@mountainwilderness.it con oggetto “iscrizione newsletter”. Buona lettura.

Anche quest’anno la poca neve disponibile ci costringerà a diversificare le nostre attività all’aria aperta in prossimità delle festività pasquali, a questo ci dovremo abituare e molti di noi già lo fanno nel rispetto della natura e in adattamento ai cambiamenti climatici in atto sempre più evidenti.

Che le precipitazioni in montagna (e non solo) siano sempre più scarse se n’è accorta anche la Provincia autonoma di Bolzano, che con un’ordinanza ha impartito una serie di indicazioni per il risparmio idrico tra le quali l’interdizione a qualsiasi tipo di innevamento tecnico. E pensare che ancora in tanti credono che l’acqua impiegata dai cannoni sparaneve non vada perduta ritornando in falda, anzi qualcuno arriva a sostenere che l’attivazione dell’innevamento artificiale sia utile per evitare che l’acqua piovana raccolta negli invasi si disperda a valle. Peccato che non piova più, governo ladro! L’ordinanza bolzanina infatti ricorda che “le precipitazioni straordinariamente scarse dei primi mesi del 2023, dell’intero anno 2022 e dell’autunno 2021, così come la mancanza di una riserva nevosa rilevante anche in alta montagna hanno portato il deflusso dei corsi d’acqua superficiali di tutta la Provincia vicino al minimo storico e che per il momento non sono previste precipitazioni”.

Eppure qualcuno non si capacita di tutto questo, e continua a proporre di investire in nuovi impianti sciistici per il rilancio dell’economia dei territori di montagna. Dalle Cime Bianche al Terminillo, dall’Abruzzo al Friuli, dall’Alpi alle Piramidi è tutto un rincorrersi di progetti faraonici facendo a gara senza esclusione di colpi per diventare il comprensorio più grande ed attrattivo per il turismo vacanziero; evidentemente i soldi ci sono, probabilmente accantonati grazie ai tagli ai servizi che le Amministrazioni hanno operato in questi ultimi decenni dopo il periodo di vacche grasse del quale non siamo capaci di perdere memoria. Contro questa visione di un futuro costellato di impianti in ogni dove, lo scorso 12 marzo è stata organizzata una mobilitazione su tutto il territorio nazionale che ha visto il coinvolgimento di oltre un migliaio di partecipanti, “Reimagine winter – reimmaginiamo l’inverno”. Un altro futuro è possibile?

Già, i soldi. La pista da bob a Cortina ormai viaggia intorno a un preventivo di spesa di 124 milioni di euro più IVA; il dossier di candidatura parlava di 50 milioni, lievitati a 61 tutti regionali, poi inseriti nei costi del governo (DPCM Draghi, 26.09.2022) ed in seguito saliti a 85, poi 104, poi… Naturalmente i costi sono ben maggiori considerando tutte gli altri interventi previsti per le olimpiadi invernali del 2026: 73 opere complessive, per un totale di 2,68 miliardi di euro con appena 75 milioni di euro a carico del privato (fonte: Altreconomia). Per gli impianti del Comelico si prevedono 50 milioni di euro, per le Cime Bianche ben cinque possibili ipotesi di collegamento tra i 72 e i 122 milioni di euro, circa 10 milioni di euro per il Corno alle Scale nel bolognese, 36 milioni di euro per un progetto di comprensorio con pista da sci in materiale plastico nelle Marche, si parla di milioni come di noccioline. Poi però si scopre che i fondi PNRR, che ci sono, non vengono spesi per una «generale inadeguatezza programmatoria» e «incapacità dell’amministrazione pubblica di impiegare le risorse stanziate» come riporta di recente la Corte dei Conti. Ma si sa, nell’emergenza diamo il meglio di noi stessi, basterà saltare qualche passaggio burocratico di controllo e rispetteremo i tempi previsti, con quali risultati lo vedremo poi.

L’abbiamo visto nel caso della funivia di Tires in Alto Adige, dove sono stati costruiti quasi mille metri cubi in più del previsto -un illecito poi sanato dall’amministrazione locale- trasformando in corso d’opera la classica funivia prevista in una cabinovia “cabrio” che ha portato ad una modifica delle stazioni di valle e di monte per permettere l’accesso al tetto rialzato della cabina. Con una creatività tutta italiana, nonostante le origini mitteleuropee del territorio, alcune parti degli edifici sono state rese inaccessibili per compensare la volumetria costruita in eccesso, come se queste non impattassero sul paesaggio; contro questo pericoloso precedente le associazioni ambientaliste si sono rivolte al TAR onde evitare il ripetersi di tali procedure che favoriscono la cementificazione selvaggia. Per questo impianto di risalita è stato versato un contributo a fondo perduto di 11,3 milioni di euro di fondi pubblici.

Se per caso vi fosse sfuggita la pubblicazione sulla nostra “bacheca sociale”, cioè il sito internet di MW, è stata convocata per il prossimo 15 aprile a Milano l’annuale assemblea ordinaria dei soci di Mountain Wilderness Italia. Si tratta certamente di un appuntamento formale nel corso del quale approvare i bilanci e relazionare sulle attività associative, ma è anche un’occasione per incontrarsi e conoscersi, per discutere avanzando proposte e critiche, per condividere idee e progetti. Vi aspettiamo!

Continua la campagna per il rinnovo della quota associativa 2023 di MW. Noi ci impegniamo tanto nel volontariato per cercare di difendere le nostre amate montagne, solo grazie al sostegno dei soci riusciamo a trovare le risorse economiche e motivazionali per raggiungere i nostri obiettivi. In vista della dismissione del conto corrente postale vi invitiamo ad effettuare i vostri versamenti tramite bonifico bancario, seguendo le indicazioni riportate sul sito. Contiamo su di voi!

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Nel frattempo, l’immancabile augurio per serene festività pasquali ed un 2023 ricco di soddisfazioni e di montagna, dalla parte della montagna.

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