Castelluccio di Norcia, appello per una ricostruzione sostenibile

Mountain Wilderness, insieme ad altre associazioni ambientaliste di Umbria e Marche, chiede alle istituzioni trasparenza ed evidenza nelle scelte per la ricostruzione di Castelluccio di Norcia.

– Alla Presidente della Regione dell’Umbria
Catiuscia Marini
regione.giunta@postacert.umbria.it
– Al Vice Presidente della Regione dell’Umbria
Fabio Paparelli
regione.giunta@postacert.umbria.it
– Al Vice Commissario per la ricostruzione
Antonio Bartolini
regione.giunta@postacert.umbria.it
e, p.c.
-Al Responsabile della Protezione Civile –Dirigente ad interim-
Alfiero Moretti
centroprotezionecivile.regione@postacert.umbria.it
– Al Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Oliviero Olivieri
parcosibillini@emarche.it
– Al Sindaco di Norcia
Nicola Alemanno
comune.norcia@postacert.umbria.it
-Alla Comunanza Agraria di Castelluccio di Norcia
-Alla Pro Loco di Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia dopo il terremoto

Oggetto: Appello per la ricostruzione di Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia, per il suo paesaggio, la sua storia, l’incanto che desta in ogni visitatore, è simbolo identificativo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e dell’Appennino tutto, sintetizzando e rappresentando la bellezza dell’intero nostro Paese.
Completamente distrutto dal terremoto dell’ottobre scorso, la sua rinascita interessa non solo la popolazione, ma l’intera comunità nazionale, e internazionale in quanto luogo conosciuto e ammirato in tutto il mondo.
Oggi Castelluccio rischia di diventare emblema delle contraddizioni, approssimazioni, ritardi, mancanza di vera partecipazione che stanno segnando la ricostruzione del meraviglioso territorio dell’Appennino centrale colpito dal sisma.
Mentre le macerie ancora ingombrano l’abitato a testimonianza del terribile dramma, apprendiamo dalla stampa inquietanti notizie e immagini (v. Corriere dell’Umbria 8 luglio u.s.)di un progetto calato dall’alto per costruire un “villaggio” (definito “deltaplano”), che occuperà una superficie di centinaia e centinaia di metri quadrati sotto il centro abitato di Castelluccio nel versante che guarda il Pian Grande. In tale villaggio verrebbero delocalizzate “transitoriamente” – e cioè per almeno 15- 20 anni, quanto durerà la ricostruzione – numerose attività produttive ed economiche tra cui dieci ristoranti, tre caseifici, otto negozi. Ciò comporterà un enorme sbancamento e, inevitabilmente, la realizzazione di un megaparcheggio in grado di accogliere migliaia di visitatori, con conseguente ulteriore consumo di suolo. Il tutto realizzato in deroga alle norme di tutela, ignorando il Parco e la partecipazione democratica dovuta in scelte di tale portata e impatto che ipotecano il futuro dei territori.
La ferita inferta dal “deltaplano” sarà visibile dal Monte Vettore, dal Pian Grande e dal Pian Piccolo, condizionerà e stravolgerà per sempre il paesaggio di Castelluccio, sottolineando ulteriormente l’ipocrisia della transitorietà.
Trova così conferma l’intervento degli interessi speculativi nella ricostruzione, soprattutto in quella dei territori più delicati e pregiati: richiamati dalla ghiotta opportunità della deroga, tali interessi produrranno inevitabilmente danni permanenti e irreparabili.
Prendiamo atto che la dimensione del devastante sisma condizionerà il modello di rinascita e conseguentemente il futuro di questo territorio, ma Castelluccio non può vincolarsi e connotare la pubblicità di una multinazionale: ne rimarrebbe schiacciato nel giro di pochi anni.
La sua cifra, il suo brand, è nella bellezza del luogo, nel suo capitale naturale: uno spazio libero, pulito, immenso da percorrere con lo sguardo fino ad incontrare il paese arroccato, dalle linee e dai contorni inconfondibili. Tutto ciò e l’atmosfera magica che lo avvolge non possono essere stravolti e distrutti da progetti fantasiosi, improvvisati, improbabili.
A Castelluccio la sua gente deve poter tornare a vivere e lavorare come ha fatto finora: in armonia con l’ambiente naturale.

Castelluccio Pian grande

Nel ribadire che Castelluccio rappresenta un simbolo di interesse generale e che il percorso per la sua vera rinascita esige una partecipazione effettiva la più ampia possibile, le sottoscritte Associazioni:
1. denunciano il rischio che il progetto della Regione dell’Umbria violi gravemente l’integrità del territorio;
2. fanno appello:
– affinché si dia trasparenza ed evidenza alle scelte per la ricostruzione di luoghi simbolo come Castelluccio
– perché sulla ricostruzione e la rinascita di Castelluccio si avvii un confronto tra visioni e soluzioni progettuali diverse, anche attraverso un’effettiva partecipazione dei soggetti pubblici e privati e in particolare del Parco finora escluso da ogni decisione;
– perché la “situazione di emergenza” non deroghi le norme sulla partecipazione, ma coinvolga il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la popolazione, i soggetti interessati, le Associazioni Ambientaliste per un reale confronto tra visioni e soluzioni compatibili
– perché, al fine di delocalizzare le attività economiche e commerciali, vengano immediatamente realizzate piccole strutture lignee effettivamente transitorie e non impattanti, variamente dislocate intorno al centro abitato, le quali potrebbero oltre tutto comportare un risparmio di tempo e di spesa rispetto al “progetto” della Regione dell’Umbria.
Le sottoscritte Associazioni chiedono a tutti i soggetti che hanno a cuore Castelluccio di unirsi a questa denuncia ed a questo appello.

Mountain Wilderness Gruppi Regionali Umbria e Marche
CAI Gruppi Regionali Umbria e Marche
WWF Umbria e Marche
Grig (Gruppo Intervento Giuridico)

Cartolina da inviare individualmente alle Istituzioni (utilizzando gli stessi indirizzi del nostro Appello), per aiutarci a fermare lo scempio. Il fotomontaggio è stato realizzato utilizzando un’immagine dal rendering di progetto.

SCARICA LA CARTOLINA

Scheda sintetica ”deltaplano” di Castelluccio di Norcia

– Struttura definita “per la delocalizzazione delle attività produttive”, temporanea fino a ricostruzione avvenuta (almeno 15-20 anni dato che a 9 mesi dal sisma del 30 ottobre nulla è stato ricostruito, ne sono state disposte le SAE per gli abitanti e i produttori; ne sono state rimosse le macerie e iniziate le demolizioni).
– Regione dell’Umbria affermando che la struttura è di proprietà dello Stato (Protezione Civile), non offre alcuna garanzia sulla sua rimozione. Sarà la stessa PC a fine periodo a decidere se lasciarla lì, spostarla, smontarla e trasferirla altrove. Non è dunque previsto l’accantonamento di fondi per lo smontaggio e la rimozione della stessa.
– La struttura (ribattezzata dalla stampa locale “deltaplano”, ha una superficie edificata di circa 1500 mq, a ridosso del Pian Grande di Castelluccio di Norcia, a 250 mt di distanza dallo stesso. Sarà ben visibile dal Vettore, dalle Creste del Redentore, dall’intero Piano e dal valico di Scentinelle (strada che collega Norcia a Castelluccio, oggi unica aperta al traffico privato per salire a Castelluccio).
– La posizione panoramica è stata ‘giustificata’ dall’arch. Progettista Cellini,( in sede pubblica nell’incontro del 28 luglio a Castelluccio), per permettere ai ristoranti di avere un affaccio sulla Fiorita.
– Il luogo in cui dovrà sorgere è una vecchia cava da bonificare a ridosso del paese. Della stessa non risulta fatta alcuna microzonizzazione a seguito del recente periodo sismogenetico
– E’ stata scelta per agglomerare le “attività produttive” (4 ristoranti da 120 mq ciascuno, 4 da 80 mq cadauno, 3 da 50+ 1 bar da 50 mq, + sede scuola volo, + pro loco + banca e bancomat, +infopoint Parco Nazionale Monti Sibillini) per un totale di 11.
– Non è stata presa in considerazione alcuna soluzione alternativa di ricollocare le stesse in strutture lignee nella piazza e nelle aree prospicienti il paese, in quanto ancora ingombre di macerie.
– Ai 1500 mq vanno aggiunti altri 400 –sempre coperti- all’imbocco del paese per attività commerciali di vario genere e non meglio identificate (pare che dopo il sisma, le attività cosiddette produttive e di ristorazione di Castelluccio siano lievitate…ndr). Vanno poi aggiunte altre 3 strutture per caseifici proprio sotto il “deltaplano” sul vero e proprio terreno della cava. + un parcheggio (in area non ancora acquisita) da almeno 120 fosti fra auto e camper, lungo la strada che porta al paese.
– I terreni acquisiti quotano 6500mq
– Gli abitanti (una parte) si è dichiarata d’accordo essendo stata privata della possibilità di scelta (è stato l’unico progetto presentato), e stremata da oltre 9 mesi di attesa sul proprio futuro abitativo e lavorativo, in cui non è successo nulla.
– Dal censimento del 2016 Castelluccio risulta avere 120 abitanti, ma i residenti stanziali per tutto l’arco dell’anno sono 11 ( famiglie)
– Importo complessivo del progetto è pari a 2,5 milioni di €. La partecipazione di Nestlè è pari al 5-10%
– La struttura ovviamente, necessità di sistema fognario e allacci di luce ed acqua, nonché di una viabilità nuova e specifica che prevede ulteriori modificazioni e sbancamenti del profilo della pendice-cava.
– Il “Deltaplano” ha un’ala costituita da due piani in cui troveranno posto “altri” ristoranti e bar non meglio identificati. Dai conti fatti delle stesse attività produttive ante terremoto, siamo almeno al raddoppio, se non di più…

Inviamo questa scheda di sintesi con i dati assunti dalla conferenza stampa del 20 luglio u.s., e dall’incontro pubblico del 28 luglio tenutosi a Castelluccio di Norcia, della Regione dell’Umbria e Comune di Norcia-, nella speranza che possiate approfondire l’argomento e dare ampia diffusione della notizia.
Nell’area del parco Nazionale dei Monti SIbillini, ricadente nelle Regioni di Umbria e Marche, in nome della ricostruzione e in forza delle “deroghe” di legge, si stanno compiendo misfatti ambientali che ipotecano definitivamente il futuro di queste terre ed il loro ambiente naturale.
Gli abitanti stremati da 9-11 mesi di scosse e di assenza di casa e certezze -variamente dislocati ancora in grandissimo numero negli alberghi, pochi e rari nelle SAE e molti in “sistemazione autonoma” presso amici e parenti, o avendo dato fondo alle poche risorse rimaste in un piccolo prefabbricato o una roulotte…- sono costretti ad accettare qualsiasi soluzione venga loro proposta, senza alternative e scoraggiando il dissenso.
Castelluccio non è che il simbolo e l’emblema di questa situazione, ma proprio lì si compirà l’attacco più duro ad un ambiente naturale e antropico unico al mondo.
Aiutateci a salvarlo.
Grazie