Falcade, l’assalto dei quad alle Dolomiti

Nelle giornate del 10 e 11 giugno nella valle del Biois (BL) e su Col Margherita (TN) si terrà il 2° raduno dei Quad nelle Dolomiti.

Un ambito delle Dolomiti ancora selvaggio e alquanto integro viene così offerto come palcoscenico ai motori e violato da una manifestazione particolarmente aggressiva. Si portano questi mezzi rumorosi su piste forestali e mulattiere sterrate con il solo scopo di offrire a persone, povere di rispetto e etica, uno sfogo. Questo tipo di manifestazione viola il significato naturalistico che le Dolomiti offrono nel panorama culturale mondiale: sostenere simili iniziative significa far perdere alle Dolomiti intere il valore del patrocinio internazionale dell’UNESCO e svilirne la funzione. Siamo consapevoli che il lunghissimo percorso non si inserisce in zone del patrimonio. Tuttavia, ogni persona dotata di sensibilità e etica verso la natura nelle Dolomiti non vi legge solo i 9 isolotti che UNESCO ha inserito nella sua fragile tutela, ma un territorio ben più vasto, articolato, che parte dai fondovalle e va a coprire tutte le Dolomiti, anche quei gruppi che il mondo politico del Triveneto e una normativa particolarmente selettiva ha ritenuto di non dover considerare meritevole di rispetto. Questo perché si è investito in Dolomiti patrimonio mondiale naturale invece che culturale.


Abbiamo rilevato come tutti gli enti pubblici coinvolti abbiano dato parere favorevole all’ iniziativa, partendo dai comuni fino alla Regione Veneto e a diversi servizi della Provincia Autonoma di Trento. Si rimane sconcertati nel leggere da parte di questi enti l’imposizione di una serie di prescrizioni difficili da far rispettare e che pertanto non tutelano il territorio. I Servizi, pur ammettendo l’insostenibilità di una simile manifestazione su percorsi e ambiti naturali tanto fragili (“la fruizione del territorio confligge con una corretta gestione dell’ambiente di alta quota”,) ma valutando a loro dire che il territorio viene coinvolto solo marginalmente, scrive ad esempio un servizio, danno il via libera alla iniziativa in quanto “manifestazione temporanea, limitata nel tempo”. Nella giornata transiteranno ben 55 quad che percorreranno 98 Km, dei quali quasi 72 su sterrato.
Certamente tali mezzi rovineranno il cotico erboso e pertanto, nonostante la temporaneità della manifestazione, un danno difficilmente ripristinabile sarà causato (i tempi di recupero del cotico erboso in quota sono molto lunghi). E’ certo che si recherà grave disturbo alla fauna selvatica, visti anche i lavori per la sicurezza che devono precedere la gara lungo tutti i percorsi, lavori che perdureranno per più giorni. Siamo in un ambiente che ospita galli forcelli e cedroni, pernici bianche, marmotte, camosci, cervi. Siamo nel periodo più delicato delle cove dei tetraonidi. Gli organizzatori, oltre al disturbo provocato nella giornata del 10 e nelle precedenti, hanno organizzato anche una salita notturna a Col Margherita, quota 2550, lungo la pista Le Caviette, su un percorso di 4600 metri in alta montagna per poi scendere lungo altri pendii ricchi di biodiversità che meritano attenzione, non aggressioni. Nelle autorizzazioni rilasciate dai Comuni e/o dai Servizi regionali veneti e trentini non viene fatta menzione della salita notturna a Col Margherita che resta pertanto priva di autorizzazione. Inoltre, sia il comune trentino, Moena, che quelli bellunesi, non hanno richiesto agli organizzatori la presentazione di alcuna valutazione di incidenza della iniziativa sui territori inseriti nella Rete Natura 2000. Ogni autorizzazione rilasciata da questi enti è quindi illegittima in quanto priva del documento più importante nel determinare il possibile impatto ambientale della gara.
Nelle autorizzazioni dispiace rilevare una totale assenza di riflessione sul significato di una simile manifestazione, un vero e proprio invito, anche per il futuro, a chiunque possegga mezzi motorizzati, di scorrazzare per le montagne venete e trentine. Non solo il 10 giugno, ma sempre e ovunque visto il precedente. Dispiace leggere tanti sindaci che con incredibile sottovalutazione dei pericoli hanno offerto l’autorizzazione al transito su viabilità sconnessa, pericolosa, bisognosa di manutenzioni anche straordinarie. Anche un simile precedente non potrà che venire ripreso ovunque su tutte le Dolomiti e Alpi italiane.
Mountain Wilderness annuncia la sua presenza alla manifestazione con una iniziativa di disturbo basata sulla disubbidienza nonviolenta, una azione incisiva. Non è accettabile permettere in Dolomiti l’arrivo di simili manifestazioni che vanno a demolire ogni significato di autenticità della montagna, rendendola sempre più circo dove scaricarvi aggressività, e frustrazioni, da parte di un turismo che non riesce a trasmettere invece alcun valore agli ospiti e a quanti ricercano nella montagna situazioni di vita ormai irrecuperabili nei grandi ambiti urbani.
Il Consiglio Direttivo di Mountain Wilderness Italia