I mondiali di sci alpino 2031 assegnati alla Val Gardena

La Val Gardena ospiterà i mondiali di sci alpino 2031.  Lo ha deciso la FIS a Reykjavik in Islanda il 4 giugno: la valle dolomitica si è imposta su Soldeu (Andorra, 600 metri di quota) e Narvik (Norvegia) che ha ottenuto l’edizione 2029. In questo ultimo caso atleti e tecnici troveranno ospitalità su delle navi. Tanto per rendere esplicito come la FIS (Federazione internazionale Sport invernali) intenda rispettare il termine sostenibilità.

A Reykjavik la delegazione altotesina era corposa: i sindaci di Selva Valgardena, Santa Cristina, Castelrotto, il Presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher, l’assessore Daniel Alfreider, rappresentanti di albergatori e delle Aziende di promozione turistica, atleti dello sci, i dirigenti della Saslong Classic Club. Per la trasferta non si è badato a spese: si voleva vincere, persa la candidatura 2029 in modo insolito la FIS ha assegnato anche l’evento successivo, 2031.

Ci si chiede perché a 61 anni dal precedente evento, 1970, riprendere il percorso dopo la bocciatura referendaria del 1991 che riguardava la candidatura 1997?

Lo dicono in modo esplicito politici, operatori turistici, gestori degli impianti. Come sta avvenendo per lo Olimpiadi Milano Cortina 2026: per fare nuove strade,  nuovi collegamenti, per fare marketing internazionale.

Ma Gardena ha veramente bisogno di ulteriori grandi eventi? Gli ambientalisti locali e provinciali (compresa Mountain Wilderness), hanno una sola tonalità, decisa, assolutamente NO. Le Dolomiti già oggi affondano nel caos, si è saturi. L’evento ha una sola prospettiva, aumentare accoglienza in una angusta valle che dispone di oltre 20 mila posti letto. Una scelta tossica la definisce Josef Oberhofer della Federazione degli ambientalisti.  I reali problemi di chi vi vive  sono sociali e ecologici: abitazioni e affitti sempre più costosi, impermeabilità dei suolo, boschi frammentati, sperpero energetico e  di risorsa idrica in bacini di innevamento sempre più diffusi, paesaggi mortificati fino alle alte quote, personale introvabile, fuga dei giovani. E trasparenza negata, il dossier di candidatura non è mai stato reso pubblico. Per timore di una sollevazione popolare?. Certo, chi vi abita non si sentiva proprio il bisogno di aumentare il marketing turistico.

Alla elite che domina le scelte della valle l’evento serviva a imporre al territorio altre opere insostenibili, altri collegamenti di sci, per sfondare definitivamente l’altopiano di Siusi e collegarlo a Superski Dolomiti. Quando la necessità per un futuro di equilibrio è una sola: alleggerire la valle.

In caso di referendum, che né Provincia né i comuni vogliono affrontare, dei sondaggi attenti sostengono che oltre il 60% della popolazione voterebbe no. Come già era accaduto nel 1991, con un’affluenza del 77% ben il 56 % dei votanti rifiutò l’evento.

Luigi Casanova