La Carta di Fontecchio è realtà

Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana – dalle 9.00 alle 14.00

Il documento condiviso dalle associazioni ambientaliste sul futuro delle aree protette viene presentato al pubblico.

Nel giugno 2014, le Associazioni ambientaliste CTS, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Federazione Pro Natura, TCI, WWF, hanno promosso a Fontecchio (AQ) un incontro nazionale intitolato “Parchi capaci di futuro” per stimolare analisi e riflessioni utili per rilanciare il ruolo dei parchi. Per due giorni le Associazioni ambientaliste ed i principali attori istituzionali e sociali, insieme a nomi di primo piano dell’ambientalismo, della ricerca e della cultura italiana, si sono confrontati sul presente e sul futuro dei parchi e delle altre aree protette e sull’attualità della Legge 394/91 (legge istitutiva delle aree protette e che ne garantisce il funzionamento) trattando temi riguardanti la conservazione della biodiversità, il rapporto con il paesaggio, il territorio e beni culturali, la gestione dei conflitti, i beni comuni, l’educazione ambientale e comunicazione.
Al termine dell’incontro è stato elaborato un documento, la “Carta di Fontecchio”, nel quale, tenendo conto dei contributi apportati, si delinea un percorso che vede i parchi e le aree naturali protette come asse portante e cabina di regia delle politiche ambientali del nostro Paese.

Martedì 5 aprile 2016, ore 9.00/14.00 a Roma presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana (Palazzo Mattei di Paganica, Sala Igea – Piazza della Enciclopedia Italiana, 4) le associazioni CTS, Fondo Ambiente Italiano – FAI, Federazione ProNatura, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, TCI e WWF presentano la CARTA DI FONTECCHIO, con la quale si propone con chiarezza al mondo politico, agli amministratori, ai cittadini italiani, il possibile ed auspicabile ruolo guida dei parchi e delle aree naturali protette nella conquista di un futuro sostenibile.

“Occorre essere consapevoli che le aree protette, che pure finora hanno avuto un’importanza grandissima, rischiano di tradire la propria missione e di restare al margine se non sono in grado di guardare al futuro: e il futuro indica, soprattutto a chi opera nel campo della conservazione, che oggi l’obiettivo fondamentale è salvare, non aree limitate di terra, ma la terra nella sua totalità.”

giuliobello@mountainwilderness.it