Patrick Berhault ci ha lasciati

28/04/2004, morte di una guida

“Quelli che pensano che tutto sia stato fatto nelle Alpi mi fanno sorridere. Mancano di riflessione. Resta pieno di problemi, puoi riempire la tua vita di avventura qui, senza andare a cercare altrove”.

Bérhault, all’inizio non ci si crede: “No, non è possibile, non lui, non il migliore…” Ma nello stesso tempo non possiamo che dirci che ha fissato il proprio destino con una scelta -non assicurarsi- fatta in tutta libertà. E cade la penna, e la pagina bianca come un’angoscia silenziosa assomiglia al vuoto che l’ha inghiottito, alla suprema “white wilderness” che è la morte. Di questa corona la leggenda non aveva alcun bisogno. Mountain Wilderness, egoisticamente, deplora la perdita di un garante esemplare: colui che con le sue azioni, le sue posizioni etiche, il suo modo di essere alpinista incarnava e difendeva, con il suo stesso essere, l’idea di montagna che abbiamo. Patrick ha regolarmente partecipato alla vita di MW, ad esempio bivaccando nel 1989 sotto le finestre dell’associazione dei sindaci di stazioni di sport invernali, in viale Haussman a Parigi, per protestare contro gli attacchi nei confronti del Parco Nazionale della Vanoise, o partecipando alla conferenza stampa che presentava l’ascensione del Dolent nel 1993, per chiedere la protezione del massiccio del Monte Bianco. O ancora, in questo stesso massiccio, per manifestare inalberando la bandiera di MW e la maglietta “Alt ai TIR” contro il ritorno dei camion pesanti. All’inizio dell’anno 2000 si è unito ad altri rinomati alpinisti per patrocinare la Carta Montagna e Alpinismo, codice etico del montanaro; ha promosso MW con serate di conferenza e diapositive. Aveva quasi accettato due anni fa di divenire presidente di MW France, ma, per uno scrupolo che onora l’uomo e descrive bene il personaggio, aveva detto: “dopo la traversata delle Alpi sono talmente sollecitato che non avrò mai il tempo di studiare tutte le pratiche e di difenderle come bisogna”. Patrick era così, si fanno le cose come si deve o si rinuncia. Ed è così, ahimè, che ci troviamo oggi davanti ad un gravosissimo compito: presentare alla sua famiglia, a nome di tutti i membri di MW, le nostre condoglianze più sincere.
Olivier Paulin, presidente di MW France. Bernard Amy, Patrick Gabarrou, Francoise Labande, presidenti onorari