Le Dolomiti invase dai voli turistici in elicottero
Una lettera di MW Italia alla Fondazione Dolimiti UNESCO.
2 gennaio 2017
Cominciamo a pensare che quanto ci siamo detti durante tutti i diversi incontri partecipativi sulla strategia della Fondazione Dolomiti UNESCO, Dolomiti 2040, riguardo la qualità nella gestione del territorio e del turismo, sia stato un esercizio puramente accademico e sostanzialmente privo di utilità. Ci conferma in questa opinione quanto è avvenuto sia durante il periodo estivo sia in questo primo scorcio dell’inverno riguardo alla invasione delle alte quote da parte dei mezzi motorizzati (soprattutto aerei).
Nel dettaglio:
- durante tutta l’estate nel Comune di Auronzo sono stati permessi voli di elicotteri per motivi turistici sopra le Tre Cime di Lavaredo e nel trasporto di persone al rifugio Carducci;
sempre nel Comune di Auronzo, è stata pubblicizzata, attraverso la promozione di gite in elicottero, la “desmontega” delle mucche dai pascoli alti, affiggendo perfino un impudico manifesto che ne illustrava le modalità. Il manifesto in questione mostrava la foto di un aggressivo elicottero posto al servizio di turisti desiderosi di raggiungere le malghe per assaggiare formaggi: il tema della qualità del prodotto di malga purtroppo posto in ombra dalle pale; - durante le festività dell’8 dicembre, partendo da Canazei, sono state portate in elicottero sul ghiacciaio della Marmolada alcune fotomodelle per una passerella in bikini organizzata dalla rete alberghiera Union Hotels, certamente con il sostegno delle pubbliche amministrazioni e forse della locale Azienda di soggiorno (in provincia di Trento sarebbe in vigore una legge che vieta i voli turistici in elicottero);
- in questi giorni sulla Tofana, presso la Capanna Ra Valles a quota 2475, è stata depositata una avveniristica “supercar” elettrica dalla quale il 31 dicembre sono partiti fasci di luce che hanno illuminato la montagna. Il commento sosteneva, con una arroganza non priva di risvolti risibili, come questa tecnologia ormai “dialoghi con l’uomo” e sia rivolta alla “costruzione di un mondo più pulito, ecologico”. Anche in questo caso l’auto è stata trasportata in quota con l’uso di un elicottero. Su internet si trovano i filmati che riprendono la “gloriosa” avventura (e perché no, sceneggiata) del trasporto di questa auto alla Capanna con il consenso di soci sostenitori della Fondazione;
- il 30 dicembre a Pinzolo, un grande manifesto pubblicizzava voli panoramici in elicottero su Pinzolo e Dolomiti di Brenta (sarebbe un parco provinciale…) con partenza da località Baldino e organizzati dalla solita società Heliar.
Come non parlare infine di quanto avviene in Val Gardena, dove i voli turistici invernali in quota sono frequenti e interessano sia la Marmolada sia la Val Badia? Anche in questo caso nonostante una legge provinciali li vieti.
Se tale è il panorama che ci viene preannunciato all’inizio della stagione turistica, è fin troppo facile immaginare quale sarà l’evoluzione durante il prosieguo o nella prossima estate. In soli pochi mesi 5 gruppi montani posti sotto il patrocinio UNESCO sono stati violati dall’uso illegale e arrogante di questi mezzi. Alla faccia della coerenza e degli sbandierati comportamenti virtuosi delle due province autonome, le quali nel concreto sono sempre disponibili a rilasciare autorizzazioni in deroga per scopi che nulla hanno a che fare con la cultura della montagna. E’ evidente come le pubbliche amministrazioni che costituiscono il Consiglio di amministrazione della Fondazione non riescano, in alcuni casi nemmeno ci provino, a far rispettare il piano di gestione così diffusamente condiviso; ciò avviene persino in Provincie dotate di leggi specifiche che impediscono i voli turistici in elicottero. In questi ultimi casi amministrazioni e dirigenti eccessivamente superficiali permettono deroghe che nessun vantaggio arrecano alle comunità delle valli ma minano sempre più la credibilità del patrocinio UNESCO sulle Dolomiti.
Mountain Wilderness Italia si attende dalla Fondazione iniziative concrete, inequivoche e coraggiose, in grado di mettere definitivamente fine all’uso improprio degli elicotteri in montagna. E’ una richiesta forte la nostra, radicata nella ragionevole coerenza con cui abbiamo sempre messa in discussione l’aggressione dei mezzi meccanici alla montagna. In primo luogo elicotteri. Ma non va neppure dimenticata l’urgente necessità di regolamentazioni di ampio respiro, limpide e severe, sull’uso delle motoslitte, dei quad, dei fuoristrada. Come pure attendiamo una dimostrazione di maggior coraggio e di lungimiranza da parte delle pubbliche amministrazioni riguardo alla chiusura, ad ore, del traffico automobilistico privato sui passi, cominciando dal giro del Sella. In questo ultimo caso giova ricordare che non siamo nemmeno stati coinvolti nella discussione e nella commissione operativa che deciderà le modalità della chiusura spot per le dieci giornate del 2017.
Riassumendo: con la presente nota siamo a chiedere alla Fondazione Dolomiti Monumento del Mondo e attraverso di lei alle amministrazioni provinciali di Trento e Bolzano, coerenza e severità nella gestione della legge che vieta l’uso a scopi turistici e ludici degli elicotteri in montagna. Le Dolomiti meritano altre modalità di frequentazione, rispettose e basate sulla sobrietà e l’impegno individuale. Basta proseguire con queste indecenti deroghe.
Per quanto riguarda i territori non vincolati al rispetto da specifiche leggi è comunque molto semplice impedire l’aggressione degli elicotteri. Anche da parte dei sindaci. In nessun caso questi voli rispettano le leggi sulla sicurezza, a volte nemmeno i piani di volo, tanto sono complesse le normative vigenti. Con semplici ordinanze, o controlli di agenti di pubblica sicurezza, anche in quota, l’attività di eliturismo può essere sradicata alle radici, e non solo per considerazioni legate al rispetto ambientale. Si sappia che in caso di incidente, di qualunque tipo, come accaduto recentemente in Piemonte con l’eliski, la nostra associazione sarà parte attiva nel sostenere ogni possibile causa contro gli amministratori o funzionari che abbiano rilasciato deroghe, permessi o abbiano finto di non vedere e sapere.
Dalla Fondazione Dolomiti UNESCO ci aspettiamo un’impennata di coerenza che sappia restituire una immagine della montagna più reale, autentica e meno asservita alle volontà del mercato e a una pratica del turismo che rinnega il valore culturale e naturalistico delle Dolomiti.
Carlo Alberto Pinelli