Legambiente boccia l’Alto Agordino per “cattive pratiche”

Per la bandiera nera di Falcade determinante la denuncia dei trentini di Mountain Wilderness contro la corsa di quad

Dal Corriere delle Alpi del 21/7 di Francesco Dal Mas

FALCADE I comuni di Falcade, Cencenighe, Canale d’Agordo, San Tommaso Agordino, Vallada Agordina e Moena, nonché la Provincia di Trento, si sono meritati la “bandiera nera” della carovana delle Alpi. Si tratta della campagna di Legambiente che ogni anno monitora lo stato di salute dell’arco alpino, analizzando le buone e le cattive pratiche realizzate sul territorio da amministrazioni, imprese, associazioni e cittadini. Quest’anno sono dodici le bandiere verdi assegnate e riguardano, soprattutto, esempi virtuosi di turismo sostenibile. La più virtuosa sarebbe la Regione Piemonte. Dieci le bandiere nere, che svettano sulle cattive pratiche di gestione del territorio. Dalla Liguria alla Valle d’Aosta, dalla Lombardia al Trentino e al Veneto. I comuni bellunesi di Falcade e del comprensorio si meriterebbero la gogna – a sentire Legambiente – perché “hanno autorizzato lo svolgimento di una manifestazione con 55 quad in aree ad alta fragilità ambientale ed idrogeologica”.

Attivisti di MW contro il raduno dei quad

La manifestazione si è tenuta ai primi di giugno e ha sollevato numerose polemiche nonché il ricorso di Mountain Wilderness e di altre associazioni contro le autorizzazioni. Un esposto che è all’esame della magistratura di Trento. Anche il Cai è sceso in campo, nella circostanza, a cominciare dal presidente nazionale. La preoccupazione è quella spiegata da Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente. «Oggi, proprio sulle montagne, si gioca una partita importante legata anche al contrasto dei cambiamenti climatici. L’arco alpino continua ad essere una delle principali vittime di questi cambiamenti che qui avanzano più rapidamente che altrove. Per questo è urgente definire al più presto strategie di adattamento sia nella pianificazione che nella prevenzione territoriale, avviare una politica nazionale che metta al centro il recupero e la valorizzazione delle aree montane, la gestione sostenibile delle foreste e replicare, quindi, quelle buone pratiche già attive sul territorio, che ci raccontano la voglia di cambiamento che auspica l’arco alpino».Per Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, il cambiamento climatico condizionerà pesantemente il turismo in montagna. «La carta vincente per superare le difficoltà attuali è, senza dubbio, la diversificazione dell’offerta turistica estiva e invernale, orientandola alla qualità e alla sostenibilità».

Solchi profondi decine di cm

Ma la pratica dei quad, secondo Gigi Casanova di Mountain Wilderness, va in tutt’altra direzione, così pure l’uso selvaggio della mountain bike lungo i sentieri dove è improponibile, ma soprattutto l’abuso che si fa del trasporto elicotteristico.

Francesco Dal Mas