Emergenza ghiacciai (2°)

Continua il dibattito all’interno di MW sull’emergenza climatica, pubblichiamo la risposta di Carlo Alberto Pinelli all’intervento di Massimo Frezzotti.

Caro Massimo, grazie davvero per la tua risposta e per le dettagliate informazioni che contiene. Tutti siamo orgogliosi di averti tra noi. Temo però che tu abbia equivocato il senso del mio testo, non prendendo in considerazione il termine “paradossalmente”. Nessuno di noi, credo, sottovaluta il dramma del riscaldamento globale. Se io sostengo che il Monte Bianco, inteso come simbolo di un rapporto particolare tra gli esseri umani e la natura incontaminata delle alte quote, ha cominciato a morire da quasi cento anni, per colpa di una sconsiderata aggressione ludico/mercantilistica, non significa che io sia indifferente al ritiro progressivo dei ghiacciai e all’inquietante segnale che ne deriva. Dal punto di vista prioritario della lotta ( purtroppo per ora disperata) all’aumento del CO2 nella biosfera, mi permetto di dissentire dalla tua risposta quando sostieni che bisogna guardare soltanto alle emissioni pro capite.

E’ una nobile considerazione che a mio avviso riguarda più l’etica e gli ideali di giustizia e eguaglianza che il destino materiale del pianeta: il CO2 non è di qualità o pericolosità diverse se viene prodotto dai ricchi egoisti americani o dai poveri cinesi che cercano di approdare in massa alle sponde del benessere materiale. Proprio perché il problema è così complesso dovremmo riuscire a tenere distinti i due approcci. Poi, posti di fronte al dilemma tra salvare la biosfera a scapito della giustizia, o restare fedeli ai nostri ideali, accettando di naufragare tutti insieme, democraticamente, cosa sceglieremmo? Come avrai capito io finirei per propendere per la seconda soluzione, anche se spero ardentemente nella possibilità di individuare una terza via, senza affidarsi fideisticamente a sfide utopistiche. A voi scienziati suggerirci come agire.

Carlo Alberto Pinelli