Il gran rifiuto dell’eliski in Valpelline
La Valle d’Aosta è l’unica regione italiana dove è possibile praticare l’eliski, grazie a una legge regionale che ne disciplina lo svolgimento su percorsi e comprensori ben definiti.” Così recita il sito ufficiale della Regione Valle d’Aosta, per la promozione del turismo. La regolamentazione lascia molta autonomia ai comuni, che ovunque in presenza di un comprensorio minimamente adatto all’eliski, hanno sottoscritto accordi con società elicotteristiche, ignorando gli appelli di Legambiente e Mountain Wilderness a moderare la diffusione di una pratica che è invasiva dell’ambiente naturale alpino.
Il divieto esiste in Francia, mentre in Svizzera i voli hanno notevoli limitazioni. Impresari di oltralpe trovano quindi conveniente la possibilità di atterrare sulle cime del confine valdostano, facendo della valle il maggiore hub di elituristico delle Alpi. Grande apertura è stata concessa anche ai voli degli aerei da turismo rendendo i cieli della regione notevolmente affollati. La mancanza di adeguati controlli dello spazio aereo, che è risultata evidente quando un elicottero dedito ad eliski ed un velivolo francese da turismo sono entrati in collisione sul ghiacciaio del Rutor il 25 gennaio scorso, rende possibile la fruizione del territorio anche oltre i permessi largamente distribuiti.
Il marzo dello scorso anno la procura di Aosta ha aperto un’inchiesta per presunta truffa su mancati introiti del Comune di Valgrisanche, per rotazioni effettuate dalla società Gmh Helicopter Services, ma non conteggiate nei compensi dovuti al comune. La Gmh Helicopter Services si è aggiudicati uno dopo l’altro tutti i bandi di gara in valle d’Aosta, diventando una realtà industriale di alto profilo in valle.
Nel panorama così favorevole all’eliski spiccano due assenze. I comuni del Parco Nazionale del Gran Paradiso, per motivi evidenti di incompatibiltà e la Valpelline, per scelta di tre comuni della valle: Valpelline, Oyace e Bionaz. Sette anni fa in Valpelline nasce l’associazione NaturValp, animata da un gruppo di operatori turistici intenzionati a sperimentare una nuova via per lo sviluppo della valle, puntando sul turismo e sull’indotto che il turismo può generare dalla vendita diretta produttore consumatore dei prodotti agricolo-pastorali. Consapevoli di vivere in un territorio incantevole per le bellezze naturali, ma del tutto privo di impianti sciistici, decidono di avventurarsi per una via non battuta fino ad allora in val d’Aosta, puntando sullo sviluppo di un turismo non impattante sull’ambiente.
Animatore dell’iniziativa è Daniele Pieiller, gestore del rifugio Crête Sèche e albergatore nel comune di Bionaz, nipote di Ettore Bionaz, guida Alpina e scultore prematuramente scomparso nel luglio del 1985, per un incidente di montagna. Figura carismatica in valle, tra i primi fondatori dell’associazione dei cani da valanga, fu sindaco di Bionaz e primo gestore del rifugio Crête Sèche. Appassionato delle sue montagne vedeva svilupparsi il futuro turistico della valle attraverso l’istituzione di un parco naturale regionale. Daniele ha ereditato dallo zio la stessa passione, che ha trasfuso nell’impegno con cui si prodiga nel far crescere l’associazione e renderne attrattiva l’immagine tra gli amanti della montagna.
L’iniziativa ha avuto successo e le presenze di turisti in valle hanno continuato ad aumentare anno dopo anno. In particolare nel comune di Bionaz nei mesi invernali c’è stata una crescita esponenziale che ha visto quasi decuplicare le presenze tra il 2012 ed il 2017. Si tratta di ciaspolatori e scialpinisti ed è evidente che aprire quest’area all’eliski metterebbe in seria difficoltà il programma di turismo dolce promosso da Naturvalp. Si tratta di una ragione pienamente recepita dai sindaci dei tre comuni, schierati contro la pratica dell’eliski in valle.
L’iniziativa riscuote l’interesse e il supporto di grandi alpinisti Patrick Gabarrou, Christophe Profit, Alessandro Gogna e degli scrittori Paolo Cognetti, Enrico Camanni. Nel 2014 riceve il riconoscimento della bandiera verde di Legambiente con la seguente motivazione: “Promozione del turismo responsabile, creazione di una rete di operatori economici, allevatori, agricoltori, artigiani e semplici cittadini, orientati alla valorizzazione della propria vallata – la Valpelline in Valle d’Aosta – secondo un modello di sviluppo sostenibile.”
A tanto interesse fa da contraltare il silenzio della giunta regionale della Valle d’Aosta, che sembra poco interessata a quanto avviene in Valpelline. Navigando i siti della regione per la promozione del turismo, è facile imbattersi nell’offerta dell’eliski e di ogni altra attività di montagna, con rilievo particolare a tutto quanto ruota attorno all’utilizzo delle infrastrutture: impianti di risalita, rafting, volo a vela, terme, SkyWay, etc. nessuna menzione al turismo sostenibile, nessuna menzione di Naturvalp. Ed è probabilmente l’inconciliabilità con l’eliturismo a disallineare l’esperimento del turismo dolce in Valpelline rispetto alle politiche della giunta regionale. L’eliski oltre ad aver permesso lo sviluppo di una unità economica importante per la più piccola regione d’Italia, è fortemente sponsorizzato dalle guide alpine.
Ad un convegno sull’argomento a Saint-Christophe nel maggio 2017, Pietro Giglio presidente della società delle guide, parla di 1600 giornate/guida di eliski registrate durante la passata stagione. «Un numero non trascurabile, l’aspetto occupazionale c’è e le guide vogliono mantenere il lavoro. Un’evoluzione economica evidente – sottolinea – e poi non dimentichiamo che è un’attività esente da abusivismo: solo le guide alpine o i maestri di sci (per i percorsi senza difficoltà glaciale) possono farla».
Acque apparentemente tranquille si agitano quando il comune di Ollomont (il 04-02-19) approva la nuova convenzione con GMH elicotteri per l’attività di eliski, includendo tra gli atterraggi anche il Mont Gelé. Il Mont Gelé è una ascensione molto frequentata dagli scialpinisti che pernottano al Rifugio Crête Sèche, salendo da Bionaz. E’ evidente che la presenza dell’elicottero scoraggerebbe, come è avvenuto già nei rifugi della Valgrisanche, l’afflusso degli sciatori. Daniele Pieiller chiede che il Mont Gelé sia escluso e chiede sostegno alla sua richiesta, tramite una petizione on-line su Change.org.
Il fatto di rendere ufficiale che in Val D’Aosta l’eliski possa essere considerato un ostacolo al turismo, fa saltare i nervi all’establishment politico della valle. Il sindaco di Ollomont minaccia tramite stampa: “la polemica lascia il tempo che trova. Ne riparleremo comunque quando il CAI avrà individuato il nuovo gestore del Rifugio Crête Sèche”. In Consiglio Regionale durante un dibattito sul futuro turistico della bassa valle, durante il quale si parla anche del discusso collegamento funiviario Val D’Ayace Cime Bianche, il consigliere Claudio Restano, già assessore al turismo e sindaco di Valpelline, si esprime a favore di un turismo che faccia provare le emozioni delle cime anche a chi non è in grado di raggiungerle, affermando che “senza impianti non si va da nessuna parte” e aggiunge, anche senza farne nomi, un vero e proprio attacco a NaturValp e al modello di sviluppo turistico che l’associazione porta avanti: “Valpelline lavora perché ci sono le Terme, perché c’è SkyWay, non brilla di luce propria”.
Fa specie registrare il silenzio del CAI Aosta, da cui ci aspetteremmo un intervento a tutela del suo rifugio e della sua funzione alpinistica, che invece appare distratto da altri interessi.
Successivamente anche la polemica ufficiale si stempera ed il sindaco di Ollomont si dichiara disponibile a trovare un accordo per quanto attiene il tema Mont Gelé. Resta il fatto che il territorio di Bionaz, trovandosi in linea d’aria molto prossimo a Zermatt e Cervinia e disponendo di parecchi itinerari sciistici d’alta quota, è particolarmente ambito dagli impresari dell’eliski. E’ sicuro che ferma restando l’attuale orientamento della maggioranza del Consiglio Regionale a favore degli impianti e dell’eliski, non verrà trascurata ogni possibile occasione per fare pressione sui sindaci e rimettere in discussione l’attuale divieto ai sorvoli turistici.
Penso che sia importante che Mountain Wilderness sostenga le iniziative che NaturValp andrà a proporre per continuare con successo nel proprio progetto di sviluppo turistico. L’associazione organizzerà quest’estate in Valpelline un evento, che richiami l’attenzione sull’esperienza ed i progetti di NaturValp, penso che sia negli scopi di Mountain Wilderness partecipare in modo ufficiale all’ iniziativa.
Alberto Conserva