Impianti obsoleti, 20 anni: ne abbiamo raccolto tonnellate! L’opera di MW France

Impianti obsoleti, 20 anni: ne abbiamo raccolto tonnellate!

Nel 1990, una manciata di prestigiosi alpinisti di tutto il mondo hanno deciso di ripulire il K2, la seconda vetta più alta del mondo. Questo atto alla base del movimento Mountain Wilderness ha lanciato il grande progetto “Installazioni obsolete”. In Francia, la campagna è iniziata nel 2001 con lo smantellamento di un primo skilift abbandonato a Col Sommeiller. Da allora, più di 2.600 volontari dell’associazione Mountain Wilderness France hanno partecipato a queste operazioni.

Free k2 è la prima vera avventura in difesa delle grandi montagne del mondo, la missione che ha aperto le porte dell’ambientalismo in Himalaya. Una missione di MW!

Le strutture abbandonate in montagna

Mountain Wilderness definisce una “installazione obsoleta” (IO) come una costruzione artificiale abbandonata in uno spazio montano naturale poco antropizzato, che ha un impatto sulla naturalità percepita. Un’installazione non più in uso, senza manutenzione e che ha perso il proprio valore può essere considerata obsoleta. La filosofia della campagna IO non è “pulire” per rendere “pulito” ma portare la reversibilità dell’impronta umana nell’ambiente naturale. Questo smantellamento dovrebbe essere sostenuto tecnicamente e finanziariamente dai responsabili dello sviluppo secondo il principio “chi inquina paga”. Purtroppo oggi spesso non è così.

Per questo Mountain Wilderness organizza progetti di smantellamento, grazie a tanti volontari. Sviluppi turistici, militari, industriali ed agricoli abbandonati, i progetti IO organizzati da Mountain Wilderness dimostrano la fattibilità tecnica e amministrativa dello smantellamento, nonostante le risorse limitate.

Lungi dall’avere l’ambizione di smantellare tutte queste installazioni, stimate in più di 3000 dalla nostra associazione, Mountain Wilderness ha reso visibile questo problema attraverso operazioni esemplari.

Una campagna emblematica e partecipativa

I siti della campagna “Impianti obsoleti” riuniscono un vasto pubblico, innamorato degli spazi naturali e offrono la possibilità di partecipare concretamente alla tutela e conservazione degli spazi montani. Le testimonianze dei partecipanti sono eloquenti: “un modo per restituire alla montagna un po’ di ciò che [mi] porta”, “per partecipare collettivamente alla bonifica di un sito”, “per proteggere la montagna in particolare”.

Le installazioni obsolete, identificate dai volontari, possono essere aggiunte all’inventario partecipativo online sviluppato da Mountain Wilderness: installazioniobsoletes.org. La successiva realizzazione di un sito dipende, in particolare, dalla fattibilità dell’operazione. Ai cantieri, infatti, è propedeutico un importante lavoro preparatorio: contatti con i municipi, le comunità montane, le associazioni dei proprietari, l’Esercito, le associazioni agricole, gli enti di protezione… per ottenere il benestare di tutti, in un approccio consensuale.

Il Parco Nazionale del Mercantour è, ad esempio, partner storico della nostra associazione. Molti sono i progetti realizzati lì, grazie alla collaborazione delle squadre del parco e in particolare dei guardiani. Qualunque sia la durata, i siti offrono compiti accessibili a tutti, con preparazione e logistica che fanno parte anche delle missioni svolte grazie all’energia di volontari di tutte le età. Dalle piccole mani alle grandi braccia, niente può resistere ai volontari.

Successi per continuare

Dal 2001 il lavoro, l’entusiasmo e la tenacia dei volontari hanno permesso di raccogliere più di 570 tonnellate di materiali nell’ambito di 68 progetti che rappresentano 6000 giornate lavorative/persona, senza contare le tante ore di preparazione con le location, gli scambi con le comunità.

A distanza di vent’anni, il compito è ancora lungi dall’essere concluso. Questo studio sul filo spinato al confine franco-italiano e questo sugli impianti di risalita abbandonati sono solo esempi dell’entità del lavoro che resta da compiere.

Il lavoro di advocacy non fa eccezione. Nell’ambito della legge Mountain 2, approvata nel dicembre 2016, Mountain Wilderness è riuscita a far approvare un emendamento relativo all’obbligo di smantellamento degli impianti di risalita abbandonati. Si tiene conto della necessità di smantellare queste strutture turistiche abbandonate. Pertanto, Domaines skiables de France, che riunisce i gestori dei comprensori sciistici, si è impegnato a smantellare 3 impianti di risalita all’anno nell’ambito dei suoi “impegni ecologici”. Un primo intervento ha avuto luogo a Saint-Jean-de-Sixt in Alta Savoia, lo scorso autunno.

Molto resta da fare per arrivare a una moratoria sullo sviluppo della montagna, chiave di volta degli impianti obsoleti di domani. È tempo di cambiare marcia sia per ripristinare gli spazi naturali di montagna continuando a smantellare gli impianti obsoleti sia per proteggerli dal pesante sviluppo.

All’indomani dell’Assemblea Generale sulla trasformazione del turismo montano, i temi legati alla transizione dei territori montani non sono mai stati così significativi. Il modello turistico del XX secolo, basato sull’economia della neve e sul forte sviluppo, è allo stremo. Gli attori della montagna, riuniti, hanno appena avviato un lavoro senza precedenti per inventare insieme nuovi modelli, ancorati ai territori e vettori di una vera “montagna da vivere” e accompagnare verso il futuro i territori montani.

Per saperne di più

> Leggete : l’actualité de la campagne

> Contattateci : io@mountainwilderness.fr

> Partecipate al censimento : installationsobsolètes.org

> Aderite all’Associazione : agir.mountainwilderness.fr