Notizie dal (Gran) Paradiso: Consiglio Direttivo del 27 giugno 2018

Toni Farina, storico socio di Mountain Wilderness, fa parte del Consiglio Direttivo del Parco nazionale Gran Paradiso come rappresentante delle associazioni di protezione ambientale.
Le riunioni del Consiglio sono pubbliche ma è raro che la popolazione abbia il tempo (e la voglia?) di partecipare. Gli abbiamo chiesto di tenerci informati sui temi affrontati dal Consiglio Direttivo del Parco e sulle dinamiche che stanno alla base delle decisioni prese, facendo una sorta di Bollettino periodico per il sito di Mountain Wilderness.

Toni Farina

 

La questiona “canina” e la governance del Parco

Il quinto Consiglio Direttivo di questa amministrazione del PNGP è stato diverso. Se i precedenti, fatti salvo alcuni miei distinguo, si erano svolti sostanzialmente all’insegna della condivisione, il quinto ha avuto invece uno svolgimento piuttosto animato. Basti dire che per approvare 7 degli 8 punti in o.d.g è bastato un quarto d’ora (complici la stanchezza e la fame …) mentre un solo punto, il primo, ha portato via l’intera mattinata. Tra l’altro senza che si arrivasse ad approvare alcunché. Al termine il Presidente Cerise ha affermato: “non buttiamo via questa discussione”.
Impossibile farlo, perché partendo da un caso (all’apparenza) di poco conto si è toccata una questione nevralgica. La Madre di tutte le questioni: chi decide nell’Ente Parco nazionale Gran Paradiso. E di rimando in tutti i parchi. MI spingo a dire: nella Società. La Democrazia partecipativa, insomma.
Esagero? Forse, ma il nodo era proprio questo. Fino a che punto l’organo politico può esautorare il tecnico? In questo caso il settore biodiversità, che in un parco naturale ha (dovrebbe avere) molta voce in capitolo.
Il problema: i cani nel parco. A mio avviso secondario, ma in realtà un tema caldo, da tempo foriero di tensioni (siamo tutti un po’ “animalisti” in casa nostra).
Da regolamento (consultabile sul sito web: http://www.pngp.it/introduzione-cani) sono fruibili con cane al guinzaglio alcuni percorsi di fondovalle. Emerge tuttavia la necessità di fare in modo che tale elenco sia modificabile in modo snello, senza ogni volta dover portare in CD (e quindi al ministero) i casi che si presentano, e quindi di deliberare in merito. Questo anche per non aggiungere burocrazia (la tanto deprecata burocrazia).
Bene, per superare l’impasse, e avere quindi meno “burocrazia”, si porta in CD una delibera che demanda al direttore, sentito il settore biodiversità, il compito di limitare per sopravvenute ragioni, anche in via temporanea, la fruibilità canina di un dato sentiero, oppure al contrario anche di consentire un nuovo percorso.
Ottimo! Penso io. Un consigliere-rappresentante delle comunità locali, nonché vice presidente del parco si dice però fermamente contrario: “su questo tema deve decidere il consiglio”, sostiene con fermezza.

Parco Gran Paradiso, Piano del Nivolé. Foto: Toni Farina

C’è una ragione. Di recente a Campiglia, in Val Soana, zona da cui proviene il citato consigliere, in applicazione al regolamento del parco è stata spostata una palina di delimitazione della fruizione canina. In tal modo è stata interdetta una strada fin lì assai utilizzata da locali e turisti per la classica passeggiata con i compagni a quattro zampe. Decisione assunta in quanto detta strada è ora utilizzata per ricerche sulla presenza del lupo. Ragioni tecnico scientifiche quindi.
Forse (ma di questo non sono sicuro) c’è stata anche una sanzione. Fatto sta che, a sentire il consigliere, la decisione ha suscitato vivaci proteste tra la popolazione.
Forse (forse) la cosa si poteva gestire in modo diverso. Ma il caso descritto, in sé minimale (all’apparenza) sottende la questione nodale della cosiddetta “governance”, ovvero una delle criticità della riforma della legge quadro non giunta alla conclusione dell’iter parlamentare. In sostanza: quali sono le priorità in un’area protetta? Non sempre la ricerca di un compromesso è possibile. E talvolta rischia di essere il classico rimedio peggiore del male.
La questione “canina” rimane aperta, insieme a molte altre. Se ne riparlerà nel prossimo CD.

Il Nivolet a iinzio estate. Foto: Toni Farina

Nivolet (o Nivolé)

Strada riaperta. Riparte la sperimentazione “provvisoria” A piedi fra le nuvole. In CD si è approvata la delibera relativa all’accordo di programma con il Comune di Valsavaranche per la realizzazione delle opere di raccolta reflui delle attività in loco. Opera necessaria, primo passo di un programma più complessivo che prevede anche la realizzazione di un parcheggio (60 posti). Si vedrà.

Saluti e buona estate a tutti.

Toni Farina