Terminillo, la Regione Lazio dà il via libera al dissennato progetto TSM2.

Nuovi impianti da sci sono destinati a sconvolgere il versante settentrionale del Terminillo.

La Regione Lazio dà il via libera al progetto di “Terminillo Stazione Montana”. È dunque (quasi) ufficiale quanto avevamo paventato a Ottobre del 2020, con il Tsm2 che supera positivamente la Valutazione di Impatto Ambientale.

È terminata con parere positivo la valutazione di incidenza ambientale che riguarda il comprensorio sciistico del Terminillo. Per il via libero definitivo manca un ultimo passaggio amministrativo, previsto entro pochi giorni.

In particolare, spiega Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica, «dopo l’approvazione della Valutazione di incidenza ambientale, nei prossimi giorni si concluderà anche il procedimento di Via sul progetto di sviluppo e rilancio del complesso del Terminillo».

Questo è il menu di un disastro annunciato: 10 seggiovie, 7 tapis-roulant, 37 chilometri di nuove piste, 7 rifugi, 2 bacini per l’innevamento artificiale.
Il tutto condito con il solito avvilente spreco di denaro pubblico e con il solito macabro corollario di foreste abbattute, pendii sbancati, cemento in quota.

Le dichiarazioni trionfalistiche della classe politica che si appresta, con improvvida miopia, a derubare le future generazioni di un altro pezzo di futuro, sono riservate ai forti di stomaco. Il Messaggero, in un articolo del 31 dicembre, ne mette in fila molte. Vi lasciamo il piacere della lettura.

Se è vero che la Regione Lazio è governata dal PD, sia la Provincia che il Comune di Rieti (entrambe le amministrazioni favorevolissime al progetto) sono governate dal centrodestra, si tratta quindi di un perfetto progetto bipartisan.

La crisi ambientale che precede di molto la pandemia Covid e la crisi economica e sociale che si prospetta all’orizzonte, imporrebbero scelte diametralmente opposte. Dovrebbe essere evidente a tutti che ogni percorso che non protegga o generi risorse ecologiche, non è progresso ma suicidio di massa. In Regione Lazio sembra non se ne siano accorti, la speranza è che non trovino i fondi per fare questo scempio.

Nicola Pech