Tra Malga Crel e Malga Scanaiol: STOP alla strada della vergogna

Avevamo già denunciato le ruspe in azione per collegare San Martino di Castrozza al Lago di Calaita, stracciando a mezza costa il bosco per circa 7 Chilometri.

Luigi Casanova era tornato tornato sulla questione in un’intervista rilasciata al Trentino che di seguito riportiamo e Franco Tessadri si è recato sul posto di persona per scattare alcune foto che documentano lo scempio.

Stop alla strada

Ieri la bella notizia: grazie alla attenzione del quotidiano Il Trentino, agli ambientalisti tutti e Mountain Wilderness in particolare, alla SAT, la strada forestale nel cuore del parco naturale di Paneveggio Pale di San Martino è stata bloccata su decisione della Provincia di Trento, dopo il sopraluogo di ieri 14 maggio. L’arena di canto del gallo cedrone è così stata salvata. Una gioia immensa per quanti amano la montagna e la sua semplicità.
Certo, quanto dichiarano i due assessori, Zanotelli e Tonina, riguardo l’attacco fitosanitario, rappresenta una barzelletta. Se la Provincia voleva salvare quanto del bosco è rimasto in piedi doveva prelevare il legname schiantato lo scorso anno: da giugno in poi, laddove il legname è a terra, compreso nel parco, il bostrico avrà ampie praterie a disposizione per attaccare le piante rimaste in piedi.


Ora ci attendiamo che la Provincia riveda tutto il piano strade avviato dopo Vaia: l’80% delle strade in progetto e in via di costruzione sono inutili e causeranno uno scempio paesaggistico delle nostre foreste, oltre a gettare milioni di euro in opere prive di senso e costose anche nel futuro per la manutenzione.

L’intervista a Luigi Casanova

“Per una questione non minimale di rispetto gerarchico delle fonti giuridiche – scrive l’associazione – è necessaria una premessa che faccia riferimento ai protocolli della Convenzione delle Alpi, Foreste montane e Difesa del suolo in quanto totalmente disattesi nella gestione del post Vaia in provincia di Trento (e a livello nazionale).
In ambedue i protocolli la Convenzione, nella gestione delle foreste, offre priorità assoluta alla tutela degli ambienti naturali.
L’aspetto economico lo si gestisce in funzione dell’incremento di biodiversità e di tutela della fertilità dei suoli. In Trentino, ovunque, si è data priorità assoluta alla costruzione di nuove e invasive strade forestali, mentre il legname rimane a terra.La strada oggi in costruzione sembra risulti utile al recupero di legname schiantato dalla tempesta Vaia, è giustificata come emergenza ambientale facendo riferimento alla ordinanza della Protezione civile provinciale n° 7872888, art. 4 e 12, e relativo piano di Azione. A nostro avviso non era possibile, viste le reali alternative presenti nel recupero del legname (utilizzo di teleferiche) giustificare l’opera sulla base di quella ordinanza. Non si è in presenza di una reale emergenza, infatti a 18 mesi dall’evento il legname non è ancora stato recuperato. La deroga alla normativa del parco e alle leggi provinciali non è sostenibile. Si è violata la legge 21.10.2010 in quanto il parco non ha potuto esprimere un suo parere in tempi utili: i lavori erano già iniziati
a settembre 2019.

Certamente il parco nella delibera 17.1.2020 poteva mostrare più coraggio invece di rintanarsi nell’Aventino della non espressione del parere.
Ma va ribadito come i lavori fossero già decisi e iniziati fin da settembre 2019, nella più totale sottovalutazione dell’importanza strategica e ambientale dell’area violata. La Provincia autonoma di Trento e il comune di Primiero con quella decisione hanno umiliato il parco. L’areale interessato fa parte del patrimonio naturale di Dolomiti UNESCO.


Non risulta che la Fondazione Dolomiti UNESCO o il suo Comitato scientifico siano stati interpellati nel merito. Più che al servizio del bosco la strada in questione sembra risultare utile a forzature ripetute nel passato dall’ex comune di Fiera di Primiero che intendeva raggiungere con nuova viabilità malga Scanaiol per trasformarla in agriturismo.


L’occasione si è presentata con questa emergenza”. La conclusione:”Siamo a chiedere quindi con determinazione la sospensione immediata dei lavori,
la riduzione drastica del progetto in modo da salvaguardare l’arena di canto e le sue ampie pertinenze, ad oggi intonse anche da danni da vento”.

Emergenza strade forestali in Trentino

Soddisfatti di questa importante e veloce vittoria, certo. Ma il problema non si ferma qui. La Provincia di Trento, sostenuta in modo incondizionato dal Servizio foreste, con la scusa della emergenza Vaia, sta costruendo strade forestali ovunque. Quasi tutte superflue, vicine ad altre, scorrono parallele a 100 – 150 metri di quota diversa. Strade ampie 3,5 metri, imposte su pendenze indicibili, lasceranno squarci che impongono al paesaggio ferite non ricucibili, aumento di rischi idrogeologici, piste di scorrimento per cacciatori, e costi di manutenzione che ricadranno sui comuni e sulle regole, ulteriore disturbo antropico. Inoltre queste nuove strade per oltre 50 anni non serviranno più a nulla (se non a produrre danni), in quanto prima di utilizzare nuovamente il bosco si dovranno attendere decenni e decenni. Non è vero che queste strade sono utili a combattere l’avanzare dei parassiti in bosco: se questo era l’obiettivo il legname schiantato da Vaia doveva essere rimosso subito, lo scorso anno, così non è stato, il 60% degli schianti è ancora a terra: un incubatoio straordinario per il bostrico e altri insetti litofagi. Inoltre, proprio perché ci si trova in boschi monospecifici di conifere, lasciare a terra, non utilizzare parte del legname è buona cosa: si lascia alla natura il suo regolare corso e si permette ai suoli di aumentare la loro fertilità. Quella delle strade forestali in Trentino è una vera e propria emergenza ambientale di profilo nazionale: una follia e va fermata ovunque, non solo nelle aree protette.