Vallone delle Cime Bianche. Scendono in campo gli interessi immobiliari.

Riceviamo e condividiamo il comunicato stampa di Ripartire dalle Cime Bianche, un comitato spontaneo di cittadini, composto da residenti, proprietari e amici storici di Ayas, che si è attivato nel corso degli scorsi anni 2015 e 2016 ai fini della tutela e della valorizzazione dell’alta Val d’Ayas e del Vallone delle Cime Bianche, formalizzatosi nel corso del 2017 , al fine di rafforzarne l’attività di studio, di divulgazione, di confronto e di animazione sul territorio.

Di fronte ai rapidi cambiamenti climatici in corso (di ieri le impressionanti colate dei ghiacciai di Rollin e di Verraz nella testata della Val d’Ayas), di fronte ai ripensamenti dei modelli di vita determinati dal Covid-19, al sempre maggiore bisogno di natura e paesaggi integri, di autenticità dei luoghi, c’è chi continua a insistere sull’antica ricetta dell’occupazione e meccanizzazione del territorio, quasi fosse infinito; e del trasferimento della città in montagna, quasi fossimo fermi a quarant’anni fa.


Su iniziativa del dott. Gianni Odisio, commercialista in Saint-Vincent, si sta formando un comitato per il collegamento funiviario Cervinia/Ayas.
Il manifesto di supporto cerca di celare maldestramente gli obiettivi speculativi (“…l’assoluta necessità di ampliare le strutture turistiche presenti in loco”), dietro alla missione etica di favorire l’accesso delle persone disabili alle bellezze naturali e le gite scolastiche in funivia.


Magnificando la ricaduta economica del tutto aleatoria del grande carosello funiviario, e riservando neppure una riga all’impatto distruttivo del collegamento sul santuario ambientale del Vallone delle Cime Bianche, unico per natura, storia e cultura, dalle enormi potenzialità di volano economico per il territorio, se lasciato così com’è: ultimo vallone integro del versante sud del Monterosa.
Il promotore del Comitato pro collegamento presiede il collegio sindacale della Società Cervino SpA, il cui Presidente è indagato in relazione alla vendita dell’ex complesso alberghiero Gran Baita, ceduto nel 2016 ad un prezzo di € 1.570.000. Nel 2018 il soggetto acquirente, tramite la nuova
società “La Gran Baita srl”, rivendeva il complesso a € 4.350.000, con un esorbitante guadagno di € 2.780.000. Il dott. Odisio appare nuovamente e inopinatamente in qualità di procuratore per la pubblicazione di atti amministrativi della stessa società “La Gran Baita srl”.


Il manifesto cita, inoltre, l’attenzione che sarà posta ai sistemi d’imbarco e dichiara che il progetto prevede un polo museale.
Dato che si fa riferimento ai costi e alle caratteristiche dell’impianto di collegamento, poniamo pubblicamente alcune semplici domande:

  • per conto di chi parla il dott. Odisio?
  • ha ottenuto incarichi per la redazione del progetto di collegamento?
  • da parte della società Cervino o Monterosa?
  • da parte del comune di Ayas, di Valtournenche o della Regione Autonoma Valle d’Aosta?
    Attendiamo risposte, perché c’è da chiedersi se siamo alla presenza di semplice spavalderia oppure di decisioni nascoste della Pubblica Amministrazione.
    Quanto alle persone con disabilità, è immorale che siano utilizzate per mascherare ben altri interessi, in modo particolare quando le priorità per un turismo inclusivo non sono certo la realizzazione di funivie nella Vallone delle Cime Bianche, semmai: permettere l’accesso in Valle d’Aosta in treno, permettere l’accesso su autobus e navette, predisporre servizi e itinerari inclusivi per le diverse disabilità. A titolo esemplificativo: con un investimento non di decine e decine di milioni, ma di soli diecimila euro, si potrebbe creare un breve percorso accessibile alle carrozzelle
    che dall’arrivo della funivia di Sant’Anna a Gressoney-La-Trinité porti al terrazzo della vicina cappella, dal quale si può godere di una visione incomparabile sul massiccio del Monte Rosa e che potrebbe essere agevolmente attrezzato anche per le persone con problemi visivi.