L’elettrodotto che deturpa le Alpi

“Interconnector Svizzera-Italia 380 kV” dimostra come in Italia ci sia ancora molto da fare in termini di protezione paesaggistica. Di Stefano Sala e Filippo Pirazzi

Il progetto Interconnector Svizzera-Italia 380 kV “All’Acqua-Pallanzeno-Baggio”, portato avanti da Terna SpA e presentato nell’anno 2014, dimostra come in Italia ci sia ancora
molto da fare in termini di protezione paesaggistica. La nuova linea elettrica in altissima tensione (THT) coinvolge 218 km di territorio, dal Passo San Giacomo in Valle Formazza
fino a raggiungere Settimo Milanese. Secondo i proponenti l’opera verranno costruite anche due centrali di conversione elettrica AC/DC/AC per trasferire la corrente generata con le
centrali nucleari svizzere alla rete nazionale italiana: una posizionata nel fondovalle ossolano (nei pressi del Parco Nazionale Val Grande – area wilderness) e l’altra espropriando terreni coltivati nel Parco Agricolo sud di Milano. Per sostenere i grossi cavi elettrici verranno posizionati 721 tralicci, di altezza media compresa tra i 40 e i 60 m, perlopiù in zone
montane integre, oltre i 2000 m di quota. Lassù la presenza dell’uomo
ancora è limitata e, negli ultimi anni, si stavano instaurando con successo
forme di turismo dolce.
Contro questo progetto lotta da anni Mountain Wilderness grazie all’impegno del socio Filippo Pirazzi che con Sonia Vella è referente del comitato locale “Salviamo il Paesaggio
Valdossola”.

D: Ci si chiede se esista davvero il bisogno per questo collegamento.
R: Interconnector Svizzera-Italia 380 kV è una della cinque connessioni transfrontaliere previste dalla Legge 99/2009 che, secondo Terna, soddisfa l’esigenza “di migliorare
l’affidabilità del sistema elettrico a livello regionale e di incrementare la capacità di trasporto in importazione disponibile tra il confine Italia-Svizzera”. In realtà, qualche anno dopo
il 2009, la Svizzera ha deciso di abbandonare il nucleare, spegnendo gradualmente i propri reattori ancora funzionanti dal 2019 al 2034.
Di conseguenza, la confederazione elvetica ha predisposto un piano
energetico di autosufficienza, che passa attraverso l’aumento delle rinnovabili e il lancio di una strategia di contenimento dei consumi. Terna, inoltre, asserisce che l’opera è “finalizzata alla realizzazione di un mercato unico dell’energia”. A noi sembra invece che questo collegamento rischi di diventare un’altra cattedrale nel deserto con uno scempio bellezze naturalistiche dell’Ossola.
D: Ma a chi servirebbe?
R: In più occasioni alcuni esponenti del principale partito di Governo in carica hanno predicato senza giustificazioni che Interconnector è un’opera di interesse strategico nazionale. Ma innanzitutto bisogna dire che l’opera è privata, costruita da Terna per conto di un elenco di 24 soggetti privati che la finanziano in parte con forniture di loro produzione. Sono i
grandi industriali italiani del cemento, dell’acciaio, del ferro, dei metalli conduttori, dei vetri e delle ceramiche isolanti. Ne resteranno proprietari per vent’anni, beneficiando di uno sconto considerevole sulla loro bolletta elettrica.
D: E le alternative?
R: Ci sono. Esiste un progetto simile, tra l’altro già autorizzato da MISE (5 agosto 2014), si chiama “Greenconnector” e collega la Svizzera con l’Italia, attraverso il Lario. Si tratta
sempre di una nuova linea elettrica transfrontaliera a 380.000 Volt in tecnologia HVDC. Entrerebbe nel nostro Paese attraverso lo Spluga, giungendo a Verderio (Lecco, Lombardia) dove esiste già una grossa centrale elettrica. Questa linea nel
primo tratto montano sfrutterebbe un oleodotto esistente, non più attivo, che scende attraverso la Valchiavenna; poi verrebbe steso un cavo sul fondo del Lago di Como. Una
linea “invisibile” che ha ricevuto un premio di Legambiente. Il progetto
è stoppato, poiché pare che gli Svizzeri non abbiano interesse di accollarsi il costo esorbitante di una delle due stazioni di conversione elettrica, che dovrebbe sorgere in territorio elvetico, con consumo di suolo pari a 12 campi di calcio.

Stefano Sala e Filippo Pirazzi