In Valle di Susa sui sentieri dei partigiani e dei migranti.
Come vi avevamo anticipato, l’ultimo numero del notiziario è dedicato principalmente ai sentieri di montagna e alla lotta della Resistenza al nazi-fascismo. Una rievocazione storica che non è casuale: si tratta di una scelta “politica” sostenuta dal nostro Consiglio Direttivo.
L’editoriale di Luigi Casanova ha introdotto l’argomento. Pubblichiamo ora, uno ad uno, tutti i contributi dei nostri soci.
In copertina: la marcia di solidarietà attraverso il confine, lungo il sentiero dei migranti a Claviere in Piemonte a Montgenèvre in Francia – LaPresse.
“La libertà è di tutti o si chiama solo privilegio” di Susanna Gonella.
L’armistizio dell’8 settembre 1943 aveva causato incertezza e confusione tra i numerosi soldati presenti nei forti e nelle caserme della Valle di Susa, terra di confine fortemente presidiata durante la guerra. Ma lo sbandamento non durò molto: in pochi giorni ufficiali e semplici soldati si unirono ai cittadini in fuga ed agli antifascisti per formare le prime bande partigiane sulle montagne della bassa Valle: iniziò così la resistenza in Valle di Susa il cui luogo-simbolo è il Colle del Lys, via di transito con la Valle di Viù. Sul Colle, subito dopo la Liberazione, fu posto un cippo da parte dei civili e del parroco di Mompellato e nacque il Comitato della Resistenza formato da partigiani e famiglie dei caduti. Nel 1955 il Comitato costruì sul Colle un monumento dedicato ai 2024 caduti partigiani delle Valli di Lanzo, Susa, Sangone e Chisone e da allora, la prima domenica di luglio di ogni anno, vi si svolge una grande manifestazione per commemorare la strage del 1944 (foto storica su gentile concessione del Comitato).
Tra gli innumerevoli sentieri che ricordano la lotta partigiana in Valle, un esempio è la montagna di Condove: settantacinque borgate, disseminate nel vasto territorio dominato dalla catena del Civrari e della Lunella, collegate tra loro da numerosi sentieri alcuni dei quali sono stati trasformati in percorsi della memoria per ricordare i tanti giovani valligiani che hanno sacrificato la vita alla ricerca di un’esistenza libera in un Paese democratico in cui si rispettino i diritti umani.
Non sono forse gli stessi ideali che spingono oggi i giovani stranieri ad abbandonare i loro Paesi travagliati da guerre, fame, ingiustizie, violenze, disastri naturali? Per questa ragione, oltre a percorrere i sentieri della memoria partigiana dovremo camminare sui sentieri che da Claviere portano a Briançon o dal Colle della Scala a Nevache, oggi cammini dei migranti, per testimoniare con la nostra presenza il loro passaggio silenzioso ed invisibile.
“I diritti alla libertà ed alla democrazia si perdono se non vengono difesi”, ha affermato in un accalorato discorso durante la commemorazione del 2 luglio 2023 al Colle del Lys il prof. Piero Gorza di On Borders, antropologo e scrittore.
Il comunicato firmato da ANPI Valsusa, On Borders e Comitato Resistenza Colle del Lys invita a camminare sui sentieri dei migranti con questo appello:
“Una presenza per difendere i diritti delle persone più vulnerabili, quelli che troviamo nella nostra Costituzione. Primo Levi, Bruno Bettelheim, Jean Améry ci hanno insegnato quanto le aree grigie siano state, e continuano ad essere, funzionali all’orrore ed alle tragedie del nostro passato prossimo. Ed ora lo sono per un presente che si specchia nelle tragedie quotidiane del Mediterraneo e della rotta balcanica”.
I valori difesi dai partigiani su queste montagne sono i valori che oggi tutti noi abbiamo il dovere di preservare affinché il sacrificio di tante vite non vada sprecato, iniziando con il rispetto, l’attenzione, l’aiuto alle persone che, come noi 80 anni fa, cercano solo una vita migliore, lontano da dittature e violenze.
Susanna Gonella