Il nostro referendum sulle Tesi di Biella

Il parere dei soci sull’aggiornamento delle Tesi di Biella

Sugli aggiornamenti delle Tesi di Biella il cui contenuto è stato riportato di recente nel sito, Mountain Wilderness Notizie ha lanciato un referendum fra i lettori: quale dei tre testi ritenete più significativo ed efficace? Il vostro parere è importante per chiarire meglio l’indirizzo dell’attività di Mountain Wilderness Italia nel prossimo futuro. Per questo motivo vi rinnoviamo l’invito a partecipare al referendum e intanto vi proponiamo i primi contributi ricevuti.

Un paradigma da ribaltare

Presa visione dei tre documenti proposti nel Notiziario, opto decisamente per il documento svizzero-tedesco che ritengo sia l’unico a spostare l’ottima visione antropocentrica che pervade diffusamente quello italiano. Senza l’affermazione maggioritaria dei diritti: alla vita degli animali nei propri ambienti; alla tutela assoluta delle essenze vegetale e dei semi; alla priorità della difesa degli elementi naturali. Se non si ribalta il paradigma antropocentrico non ha senso parlare di Wilderness, così come ritengo controproducente la centralità e l’enfasi data alle popolazioni delle terre alte. Ancora sempre e solo l’uomo padrone della Terra, anche quando ha già distrutto e depauperato l’inverosimile e interviene sul proprio ambiente con avidità, rapina ed esclusivo interesse economico dettato da modelli globalizzanti e globalizzati.
Il “buon selvaggio” di roussoniana memoria non esiste più! “Affidare” i territori alla “cura” dei locali è pura demagogia. I “locali” sono tutti a vivere in città e tornano “in loco” solo per impiantare attività turistiche produttive, producendo modelli di esportazione della città (sue comodità) in montagna. Spesso sono i più aggressivi e aprioristicamente oppositori delle politiche di Wilderness.
Attenzione a non produrre documenti che invece di essere appendici fondamentali delle nostre tesi e della nostra “differenza” (anticipatori a e di sensibilità ambientale), diventino copie più o meno conformi di documenti e posizioni CAI già superate da tempo anche da loro. Aggiungo soltanto che nelle affermazioni e nelle parti concettuali di un documento così importante mi pare più appropriato l’uso dell’indicativo presente invece che il condizionale.
Cristina Garofalo
umbria@mountainwilderness.it

Il documento italiano è il più completo

Nell’editoriale del notiziario distribuito nel dicembre 2016 si invitano i soci a esprimere una preferenza sulle tre ipotesi di appendici alle Tesi di Biella. Ed ecco il mio parere: concordo con l’opinione che la sintesi di Thiebault sia troppo morbida, poco incisiva e riduttiva. Credo che si possa formulare in modo più preciso ed approfondito trascrivendo letteralmente alcune considerazioni che non si possono sintetizzare, pena la perdita del loro significato profondo. Il documento italiano è il più completo. Della proposta svizzero-tedesca salverei le seguenti affermazioni: …come alpinisti rispettiamo la natura in tutte le sue forme… (punto 3 pagina 8), …dovremmo visitare le montagne basandoci solo sulle nostre capacità… (punto 5 pag. 8) gli sport di montagna non cominciano ai piedi delle vette…aree che possiamo raggiungere col trasporto pubblico…( punto 7 pag. 9). Quindi la mia preferenza va al documento italiano che però dovrebbe essere un po’ ridotto nella sua lunghezza e integrato con le proposte svizzero-tedesche che ho riportato.
Susanna Gonella
gonella@mountainwilderness.it

Prioritaria sia la difesa della wilderness!

Concordo, sostanzialmente, con il “documento italiano”. La deprecabile irrilevanza numerica dei nostri soci fa sì, a parer mio, che siano sufficienti le considerazioni finali del punto C come principio di comportamento. Pur concordando con il punto G, credo che Mountain Wilderness debba rimanere concentrata sulla difesa della wilderness e dell’alta montagna; siamo quattro gatti ed estendere l’azione ad altre tematiche complessissime e globali ci metterebbe nel ruolo di attori molto secondari mentre sul terreno originario siamo ancora i protagonisti. Ho (modestissime) competenze a riguardo e temo che, per la biodiversità e (forse) per il clima, siamo fuori tempo massimo e che il lottare sia solo per essere sconfitti con onore; non ha senso vincolarsi troppo in questa prospettiva.
Antonio Zambrini
zantonio50@gmail.com