Marcialonga, duecento metri cubi di neve artificiale trasportati in centro città a Trento su decine di camion. Qual è il significato di simili iniziative?

Ricorre l’edizione numero cinquanta della Marcialonga e un gatto delle nevi compare in piazza Duomo a Trento. Il motivo è la creazione della mini pista da fondo che sarà realizzata nell’ambito per la cerimonia d’inaugurazione della 50esima Marcialonga in programma giovedì 26 alle 18.
Un tracciato di circa 200 metri e largo 3,5 metri, per il quale mercoledì sera vengono posati 200 metri cubi di neve artificiale trasportati da una decina di camion.

Pubblichiamo di seguito la lettera che Luigi Casanova ha inviato al Direttore de L’Adige che “invita a riflettere” sul cortocircuito del messaggio di simili iniziative.

Foto Crediti: L’Adige

La lettera di Casanova

Ho avuto modo di leggere le dichiarazioni del sindaco di Trento Franco Janeselli a proposito della iniziativa di ospitare nel centro città la miserevole striscia di neve della Marcialonga.
E’ il sindaco delle capriole. Dapprima afferma di capire il dibattito sul tema dei cambiamenti climatici. Si è anche accorto che è in corso una discussione sul tema di profilo internazionale e conclude “è bene che ci sia”. Grazie per la concessione, era attesa. Poi passa a sostenere gli interessi dell’industria dello sci. Un’industria che va ridimensionata perché oltremodo energivora, costosissima sia in termini economici che ambientali, distruttiva del turismo di qualità, in grande sofferenza e alimentata da indicibili sostegni finanziari pubblici.
Decida il sindaco da quale parte stare. Se investe nel futuro o rimane uomo del passato. Oggi non è più tempo di equilibrismi tattici. Ci si deve schierare. E specialmente si deve agire. Possibilmente per preparare anche nella nostra Provincia, anche in Fiemme, anche sul Bondone, una offerta turistica diversa. Per dare fiducia alle giovani generazioni. Le istituzioni come il Comune di Trento, la stessa Marcialonga, con il loro agire e le dichiarazioni dei loro rappresentanti costruiscono cultura. Per i 50 anni della Marcialonga ci aspettavamo di assistere a un investimento di immagine rivolto al futuro, non alla
sceneggiata che ripercorre culture e prospettive di sviluppo antiche, tipiche degli anni ‘70.

Luigi Casanova