Anno internazionale delle montagne

“L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2002 Anno Internazionale delle Montagne, e nella stessa occasione ha designato l’ 11 dicembre di ogni anno, a partire dal 2003, come “Giornata internazionale della montagna”. Ti invio in allegato l’articolo che scrissi nel 2002 per il notiziario di MW a proposito dell’anno internazionale della montagna (all’epoca ero presidente di MW Italia), magari per la ricorrenza dell’11 dicembre ti può interessare pubblicarlo“. Di Fabio Valentini

Il 2002 è stato proclamato dall’ONU “Anno internazionale delle montagne”. Da mesi ormai le riviste specializzate del settore ci bombardano di articoli con commenti ed opinioni; cerchiamo però di considerare l’argomento da un punto di vista non banale.
Le montagne sono presenti in tutti i continenti, e rappresentano un quarto della superficie terrestre. Le regioni cosiddette più progredite come Europa e nord America hanno catene importanti e giustamente famose, in Asia e sud America ci sono intere popolazioni che vivono con i proventi delle spedizioni alpinistiche; c’è un grande intreccio tra economia e cultura legato alla montagna, anche qui in Italia fortemente sentito. Viene allora da chiedersi perché la decisione presa dall’ONU già nel lontano 1998 scaturisca dalla richiesta di un piccolo stato montuoso dell’ex Unione Sovietica, il Kirghizistan.

Foto: Michele Comi


Non bisogna sottovalutare l’importanza di questa occasione per riflettere sulla nostra idea di montagna. E’ più montagna il Cervino o quella che vediamo dalla nostra finestra? Ci sono regioni montuose ricche ed altre povere, località prospere come quelle dolomitiche e zone alpine che soffrono dello spopolamento, solo per parlare di casa nostra; che cosa significherà il 2002 per loro? E per noi? Il rischio è quello di trascorrere quest’anno tra celebrazioni ed imprese sportive, tavole rotonde e cerimonie solenni, per poi ritrovarci tra dodici mesi a dirci che è stato tutto molto bello senza però aver cambiato nulla.
La montagne non è solo un ambiente geomorfologico, è anche un luogo della mente. Noi tutti amiamo i nostri monti non soltanto per quello che sono, ma per quello che rappresentano: il desiderio di evasione, di contatto con la natura, il recupero di valori e di esperienze da cui la vita quotidiana ci allontana inesorabilmente. E’ difficile esprimere le sensazioni interiori provate quando ci troviamo di fronte ad un panorama mozzafiato guadagnato col sudore dei nostri sforzi, ma vogliamo provarle ancora, e permettere ad altri di condividere questi momenti di grazia. L’orizzonte montano fa parte del nostro immaginario collettivo, a casa nostra come in Kirghizistan.

Fabio Valentini