Avere cura della montagna

L’Italia si salva dalla cima. L’ambientalismo del sì e le sue proposte.
Vi presentiamo il nuovo libro di Luigi Casanova, Presidente Onorario di Mountain Wilderness Italia.
La prefazione è di Paolo Cognetti
Con un intervento di don Luigi Ciotti, presidente di Libera.
Testi di: Giuseppe Dematteis, Carlo Alberto Pinelli, Lucia Ruffato, Vanda Bonardo, Federica Corrado.
Hanno collaborato anche Carlo Gubetti, Francesco Pastorelli.

Le montagne non rappresentano semplicemente il più grande patrimonio naturale del nostro Paese, ma sono anche una preziosa riserva della “coscienza ambientale” che vive nei nostri territori. Ecco perché, come spiega questo libro, bisogna averne “cura”: delle sue foreste, sempre più colpite dalle tempeste e dai cambiamenti climatici; delle sue acque, minacciate dall’idroelettrico; delle aree che il turismo di massa e i grandi eventi vorrebbero trasformare in impianti o in un’appendice delle grandi città di pianura; dei parchi e delle aree protette che devono fare rete; degli animali che ne sono “cittadini”.

Luigi Casanova

Per i lettori del sito di Mountain Wilderness, dice Luigi Casanova raggiunto telefonicamente nella sua casa di Moena, è bene sottolineare come è nato il libro (il titolo primo era L’ambientalismo del si).
Il libro è nato come risposta a quanti, politici, imprenditori, ci dipingono unicamente come il partito del NO. E’ ovvio come ogni nostro NO presupponga una visione di società o dei problemi diversi, quindi ogni NO nasce da una aspirazione sempre propositiva, della società, dell’economia, della gestione o naturalità dei territori.
Per questo motivo ogni tema trattato (montagna in generale, aree protette, foreste, acque, turismo, Dolomiti UNESCO ecc. riporta documenti, non di Casanova (o non solo), ma che sono stati condivisi in gruppi numerosi, documenti impegnativi che illustrano un ambientalismo vivace, consapevole, forte di proposta, appunto l’ambientalismo del SI.
Più che un libro di Casanova è un libro della montagna che si ribella alle scelte puramente mercantili, una montagna diffusa che viene taciuta e sottovalutata dai grandi media. Per questo motivo ho voluto dare voce a Dematteis, a Betto (Pinelli), Mirta, Lucia, Vanda e Federica. Tutte protagoniste/i della proposta sui diversi temi.
E’ quindi un libro militante per militanti, un libro che vuole diffondere fiducia e forza.
Ovviamente a un libro simile se ne potrebbero aggiungere altre decine. Io ho operato una scelta, in parte su documenti recenti e in parte storica. Ma potrei rimanere anni sul tema, pensa solo al fatto che ho tralasciato la Marmolada, il nostro laboratorio più vivace e ricco.
Altro passaggio: in ogni situazione il motore delle proposte è femminile: senza la loro tenacia, senza il loro lavoro magari mai visibile, tanti di questi documenti oggi non ci sarebbero. Il mio ringraziamento al loro genere non è casuale.

La montagna che emerge dal libro è una montagna che non è solo “spazio” dove rifugiarsi nel tempo libero, ma è patrimonio di valori, di risorse e saperi, è testimonianza storica di un rapporto diverso con la natura, basato sulla consapevolezza dei limiti. Un modello, appunto, da cui altri contesti -come quelli urbani, costieri o dell’agricoltura intensiva- hanno molto da imparare.

Questo libro mette in luce le proposte positive delle realtà ambientaliste (troppo spesso additate come fronte del “no”) attive in particolare sull’arco delle Alpi e che negli anni hanno condotto e vinto importanti battaglie, dal sostegno dei Parchi, contro lo spopolamento, per la salvaguardia della biodiversità e altre, alla denuncia del degrado, dello sfruttamento distruttivo e del turismo selvaggio.

Paolo Cognetti

Scrive Paolo Cognetti nella bella prefazione: “Abbiamo grande bisogno di una coscienza ambientale che viva nel territorio, che abiti insieme alle persone, che faccia a meno della purezza dei simboli e si sporchi le mani con i problemi, la vita quotidiana e il lavoro degli esseri umani. Sento bisogno di un ambientalismo che elabori una visione economica della montagna. (…) Economia non vuol dire diventare ricchi, vuol dire riuscire a vivere dove vogliamo vivere. Il lavoro è un punto fondamentale che dobbiamo mettere al centro del discorso se vogliamo essere ascoltati. Un ambientalismo che vuol vincere le sue battaglie secondo me dovrebbe ripartire da qui”.

Luigi Casanova

Luigi Casanova (1955), bellunese, di professione Custode forestale nelle Valli di Fiemme e Fassa e ora in pensione, è una voce storica dell’ambientalismo. Il suo impegno sociale è nato nell’antimilitarismo e nel Movimento Nonviolento. È stato presidente di Mountain Wilderness Italia e oggi ne è presidente onorario, i suoi contributi hanno arricchito questo sito fin dalla nascita. Per quasi due decenni, fino a maggio 2020, è stato vicepresidente di CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi), ancora oggi è membro del Consiglio direttivo di Italia Nostra del Trentino e rappresenta le associazioni ambientaliste nella Cabina di regia delle aree protette e dei ghiacciai del Trentino. Da giornalista fa parte della redazione del mensile Questo Trentino.