Gran Paradiso, se ci sei batti un colpo
Gran Paradiso, se ci sei batti un colpo. È questo il titolo ideale per riassumere un anno di consigliere nell’Ente di gestione del Parco nazionale Gran Paradiso. Primo parco naturale italiano, che si appresta a spegnere 100 candeline. Batti un colpo come istituzione intendo. Le occasioni
ci sono. E quale miglior occasione della prevista tappa del giro ciclistico d’Italia – edizione 2019 con traguardo al Lago del Serrù?
Nell’autunno 2017 le Alpi occidentali bruciavano, Torino era coperta da una nuvola di fumo. A un anno di distanza un evento meteorologico di verso contrario ha seminato morte e distruzione in tutto il Paese.
Fatalità? Global warming? In ogni caso è proprio alla luce degli ignorati allarmi sui cambiamenti climatici che l’evento “corsa rosa” nel cuore del parco assume connotati particolari.
Perché investe direttamente il concetto di LIMITE. E quindi il ruolo dei parchi naturali, nati apposta per porre un LIMITE a un’idea e a un modello di sviluppo, come possibili laboratori di un futuro possibile.
Un anno di consiglio al termine del quale posso dire che il Parco nazionale Gran Paradiso ha fatto bene il proprio lavoro di tutela della natura. Nonostante il contesto sfavorevole, grazie ai progetti Life comunitari e alla professionalità dello staff tecnico-naturalistico, mi sento di affermare che in quest’ambito il parco fa il suo dovere, validato dalla presenza in molti progetti inerenti la biodiversità. Ma questa è solo una parte della missione.
Fondamentale, prioritaria anzi, ma solo una parte. L’altra parte, ovvero la creazione di sensibilità ambientale nel corpo della società umana, langue in un ripostiglio. Visto che si parla di ciclismo: a quando una ripartenza?
Toni Farina