La montagna va al mare

«Il Sito d’Interesse Comunitario “Stagno e ginepreto di Platamona” è situato nella Sardegna nord occidentale, nella regione nota come “Anglona”, e si sviluppa parallelamente alla fascia costiera del Golfo dell’Asinara, estendendosi sia a terra che a mare. Nei 1.613 ettari di superficie del sito, in cui ricade l’Oasi permanente di protezione faunistica (Legge Regionale del 31 gennaio 1996), sono presenti, oltre al sistema di dune ricoperte da vegetazione spontanea, un ginepreto misto ad un rimboschimento di origine antropica, un sistema di scogliere, lo stagno e la spiaggia di Platamona. La particolare conformazione del territorio ha favorito lo sviluppo di un cordone sabbioso, portando quindi ad una parziale separazione tra l’ambiente umido ed il mare. Tale divisione, nonché l’apporto di acqua dolce dal rio Buddi Buddi, garantiscono il mantenimento di una lieve salinità della zona umida, che con la presenza lungo il perimetro dello stagno di vegetazione igrofila a canneto e giuncheto, rende tale ambiente ideale per la nidificazione di numerose specie ornitiche. Il degrado del sito dovuto all’eccessivo turismo estivo, al calpestio e all’apertura di varchi nel fronte dunale, dove l’incessante azione del vento avvia processi di rapida erosione, sono le principali fonti di minaccia alla sua conservazione. Gli aspetti di maggiore rilevanza per la conservazione dell’area sono legati al regime idraulico dello stagno, alla salvaguardia della qualità delle sue acque e alla razionalizzazione della fruizione turistica in termini di sostenibilità ambientale.»

Fonte: Piano di Gestione del SIC

La notizia sta nel fatto che nei giorni scorsi è stata constatata la presenza di lavori di taglio boschivo all’interno della pineta di Platamona. Nessun cartello che indicasse tipologia dell’intervento, autorizzazioni e responsabili del cantiere; solo lavori di disboscamento chiaramente recenti ed ancora in corso, con il taglio degli alberi eseguito mediante il passaggio di mezzi cingolati e conseguente grave danneggiamento dell’habitat. Con il passaggio dei mezzi meccanici sono state aperte nuove strade di penetrazione solcando profondamente il suolo sabbioso delle dune, con alterazione della preesistente stradina sterrata e distruzione delle specie del sottobosco durante il passaggio incontrollato dei mezzi.

Qui non c’è di mezzo la montagna, ma l’ambiente in generale sì. Al coro delle proteste degli amanti della natura si è perciò unita anche Mountain Wilderness, che ha inviato un esposto alle autorità competenti per richiedere i dovuti accertamenti. In realtà si è appurato che esisteva un’autorizzazione ai lavori, che però sono andati ben al di là del consentito: secondo quanto riportato dagli organi di informazione, rispetto a quanto previsto nel progetto autorizzato sarebbero state abbattute piante per un equivalente in peso quasi doppio, su una superficie di circa venti ettari.

La Forestale ha accertato le irregolarità e posto i sigilli al cantiere ma ormai il danno è fatto, speriamo le segnalazioni siano comunque servite per evitare ulteriori danneggiamenti. L’apertura e manutenzione di un bosco è una pratica delicata che necessita di accurate valutazioni, un eccessivo diradamento delle piante porta alla modifica del suo microclima e delle comunità vegetali presenti; l’attenzione deve essere a maggior ragione accurata per quelle aree destinate alla salvaguardia e non alla gestione industriale di una pineta. Se poi ci si muove come un elefante dentro una cristalleria, ecco che il “fragile equilibrio ecologico” è destinato al deterioramento.

La Rete Natura 2000, della quale fa parte il Sito d’Interesse Comunitario (SIC) di Platamona, rappresenta un obiettivo strategico dell’Unione Europea per salvaguardare e tutelare la biodiversità in tutti i suoi stati membri; in Sardegna si contano 93 SIC e 37 Zone di Protezione Speciale (ZPS), per un totale di 574.836 ettari, oltre il 20% della superficie totale regionale.
Nel suo Programma Operativo Regionale 2014-2020 la Regione dedica 398 pagine ad un progetto di “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e al raggiungimento della coesione economica, sociale e territoriale”; alla voce ambientale riporta testualmente: «A fronte di un patrimonio naturalistico e
paesaggistico di pregio, non solo in ambito costiero, il relativo percorso di valorizzazione è appena agli inizi». Speriamo in meglio dal 2021 in poi.

Fabio Valentini