Ski Dome, sciare negli Emirati Lombardi

La Giunta regionale di Regione Lombardia ha approvato l’aggiornamento dell’atto integrativo all’Accordo di Programma mirato alla riqualificazione dell’area dell’ex Fiat-Alfa Romeo, situata tra i comuni di Arese, Lainate e Garbagnate Milanese. In poche parole, intende recuperare il piano per la costruzione della pista da sci indoor, lo Ski Dome, alle porte di Milano.

Area ex Alfa Romeo ad Arese (MI)

Ora all’Italia spettano oltre 200 miliardi del Recovery Fund, pensiamo davvero che una struttura idrovora ed energivora come questa possa inserirsi nella rivoluzione verde e nella transizione ecologica prevista dal PNRR? O forse intende essere una sorta di progetto in totale controtendenza, di emulazione di faraonici e stravaganti progetti emiratini, sulla scorta dello Ski Dubai Snow Park, mentre il resto dell’Europa e del mondo parla di efficienza energetica, crisi climatica, finitezza delle risorse, tra cui anche l’acqua, Agenda 2030, accordi di Parigi, neutralità climatica al 2050?

Per produrre circa 2 m3 di neve occorrono 1000 l di acqua e 1,1 kWh di energia elettrica. Per coprire di neve una superficie di 100 x 100 m servono 1 milione di litri di acqua e 1100 kWh. Il progetto originario prevedeva una pista di 400 m di lunghezza, attestandosi su un consumo di acqua per l’innevamento pari al fabbisogno giornaliero dell’intera popolazione di Arese e su un consumo di energia per produrre una sola volta la copertura nevosa pari al fabbisogno energetico annuale di 5000 famiglie.

Senza parlare dell’energia che servirà per mantenere la coltre nevosa e le temperature invernali all’interno di una struttura artificiale appena fuori Milano, nella quale, a detta di Antonio Rossi, Sottosegretario di Regione Lombardia con delega allo Sport, ci si potrebbe dilettare “in slalom ed evoluzioni sulla neve anche in agosto”, e chissà che non siano anche “strutture funzionali allo svolgimento delle Olimpiadi 2026”, chiosa l’Assessore Stefano Bolognini. Abbiamo già avuto modo di toccare con mano la sostenibilità de “I Giochi più sostenibili di sempre”.

È fuor di dubbio che, a qualche giorno dall’ingresso in zona rossa, la prospettiva di sciare a due passi da casa, in piena Pianura Padana, possa avere una certa attrattiva. Ma non dovremmo forse pensare a rilanciare la montagna “dimenticata” e tutto il comparto turistico che gravita attorno ad essa avviando una riflessione approfondita, in linea con il Green Deal europeo, invece di progettare uno stravagante e artificiale succedaneo della montagna in pianura?

Gabriella Suzanne Vanzan