Ghiacciai. Un ponte con i ragazzi
Requiem per i ghiacciai, il resoconto di Marco Tessadri
Un buon auspicio vedere tanti venerdì caratterizzati dal movimento giovanile definito “Fridays for Future”, nuove espressioni, contenuti, colori, speranze che vengono rivolte anche al mondo dell’associazionismo ambientalista, oggi in difficoltà nel rispondere fermamente ad un “assedio” sempre più opprimente rivolto al patrimonio naturale. Le associazioni ambientaliste sono fiduciose e speranzose che questa nuova ondata di manifestazioni anche spontanee possano concretizzarsi in azioni di più ampio respiro, in visione sociale, fornendo a tutta l’umanità l’ossigeno necessario per continuare a diffondere le azioni che con fatica sono state sostenute negli anni.
Una prima testimonianza di queste iniziative ha coinvolto anche le montagne: un fine settimana di settembre ha visto lo svolgersi di più manifestazioni che hanno interessato in particolare le montagne trentine, la zona ovest di Madonna di Campiglio fra i ghiacciai della Presanella e del Brenta e la zona est della Marmolada, altro ghiacciaio da anni in sofferenza. Il tutto era articolato in un’iniziativa di respiro nazionale costruita da Legambiente denominata “Requiem per i ghiacciai”. La cosa più importante è che si è riusciti a creare un collegamento tra queste tre proposte per ribadire la necessità dell’unità tra associazioni e movimenti in difesa del nostro patrimonio montano.
Il CAI-SAT trentino, assieme ad altri gruppi come i ragazzi, si sono dati appuntamento sui Serodoli, a nord del gruppo dell’Adamello, sopra Madonna di Campiglio, laghi che sono minacciati da progetti di impianti di risalita lambendo il Parco Naturale Provinciale Adamello Brenta. Contemporaneamente Mountain Wilderness, Italia Nostra, Legambiente ed altre associazioni si sono trovate ai piedi della Marmolada a Passo Fedaia dove, cogliendo l’opportunità di ripristinare l’impianto di risalita recentemente dismesso per raggiunti limiti di età, si cela il pericoloso desiderio di spostare la stazione di arrivo più a monte, cioè in vetta a Punta Rocca, dove peraltro domina da troppi anni l’altro imponente impianto che partendo da Malga Ciapela raggiunge Punta Rocca a 3250 metri.
Il giorno dopo nel gruppo di Brenta con Legambiente si è tenuto un altro simbolico “Requiem” che evidenzia l’ormai triste destino dei ghiacciai del gruppo, in breve tempo scompariranno o si ridurranno drasticamente. Tutte le manifestazioni sono state caratterizzate da un ponte ideale, sono state unite da tanti attori, alpinisti ed escursionisti, per dimostrare la fragilità dell’ambiente, la necessità di un cambiamento delle politiche di troppe amministrazioni locali che insistono su un modello turistico-economico ormai non più sostenibile, sia ambientalmente che economicamente.
In Marmolada, ad esempio, lo spostamento verso l’alto della stazione di arrivo dell’impianto di risalita a monte comporterebbe uno sconfinamento nel SIC Ghiacciaio della Marmolada (ZSC-IT3120129) e nella zona Dolomiti Unesco, con l’evidente intento di collegarsi in futuro agli impianti che salgono da Malga Ciapela. Orizzonti poveri di amministratori ed esercenti del Comune di Canazei che preferiscono un impianto di risalita che arrivi in vetta invece di valorizzare quanto la Marmolada rappresenta in termini di storia, cultura, natura, paesaggio, sfidando il pericolo di compromettere i riconoscimenti internazionali legati a Dolomiti UNESCO.
Marco Tessadri