Celebrazioni K2: un danno irreparabile per l’ambiente?

La risposta del presidente del CAI ai dubbi di sostenibilità avanzati da MW,

dal quotidiano “La Stampa del 31/3/2004

«Più che una festa, un’invasione». «Accuse infondate e strumentali». Le celebrazioni per il K2 hanno già aperto una polemica tra gli ambientalisti e il Cai. Le accuse partono da «Mountain Wilderness» (un movimento che annovera noti alpinisti internazionali) e dal Wwf. «Dai primi di giugno – spiegano le due associazioni – migliaia di scalatori, turisti e portatori affolleranno la vallata del Baltoro che conduce al K2, e ne altereranno forse irreversibilmente il già fragile equilibrio ecologico. Il Cai suggerisce a soci e simpatizzanti di prender parte a una serie di trekking organizzati da agenzie turistiche private, e altri operatori che agiscono nel mondo dell’alpinismo – gli stessi Scoiattoli di Cortina – mettono in piedi pletoriche spedizioni alla vetta, con l’impiego di centinaia di portatori e, pare, addirittura di elicotteri». I danni arriveranno, aggiungono, soprattutto «dalle deiezioni umane, sparse ovunque nei pressi dei posti-tappa o stivate entro fatiscenti latrine di cemento, nonché della inarrestabile aggressione compiuta dai portatori locali ai danni della scarsa vegetazione d’altitudine, per accendere i fuochi dei bivacchi». «Mountain Wilderness» e Wwf chiedono al governo del Pakistan «se ha in programma, almeno per quest’anno, un tetto massimo per stranieri e i portatori, e quali provvedimenti sono previsti per sgomberare i rifiuti»; al governo italiano «se è vera la voce che le spese inerenti a una parte di queste iniziative sono coperte da un finanziamento pubblico», e al Cai di riprogrammare con urgenza almeno una parte dei trekking, indirizzandoli verso mete alternative «come le catene montane del Karakorum occidentale e dell’Hindu Kush, che offrono valli e vette altrettanto affascinanti, dove è ancora possibile sperimentare un incontro autentico con i grandi spazi e restituire all’alpinismo himalayano una parte della sua originaria vocazione esplorativa». Infine rivolgono un appello «a tutti gli alpinisti e agli escursionisti amici dell’ambiente naturale montano, a riflettere bene prima di prendere parte a tali iniziative». Il presidente del Cai, Gabriele Bianchi, replica duramente: «le accuse dei cugini della grande famiglia ambientalista sono strumentali e prive di riscontri scientificamente provati, E’ stato formato un team di ricerca che studia tutti gli aspetti ambientali del trek, il “prima” del Baltoro, il “durante” (il transito dei 5-800 escursionisti del Cai), e il “dopo”». In particolare sarà studiata «la progettazione sostenibile dei campi (gestione rifiuti, approvvigionamento energetico, tecnologie solari) e l’elaborazione di un Protocollo Ambientale» del trekking Cai, in collaborazione con i ministeri dell’Ambiente italiano e pakistano. Ad esempio, al campo base Concordia, dove i trekkers si tratterranno per più tempo, si potranno ricaricare cellulari e pile per pc con energia fotovoltaica. Il Protocollo Ambientale sarà un elenco di istruzioni che i soci si impegneranno a osservare durante il soggiorno. Tutti i rifiuti prodotti nei campi Cai saranno raccolti, trasportati a valle e totalmente smaltiti in siti idonei. E’ prevista anche, con le autorità locali, una bonifica generale di tutta l’area del Baltoro». Quanto alle deiezioni, aggiunge il presidente del Cai, i campi hanno toilette a secco «ubicate e gestite in modo da non generare impatto sulle componenti idriche».

Quotidiano “La Stampa”, 31/03/2004