Funivie e crisi climatica: volare alti!
Comunicato stampa della Federazione Protezionisti Sudtirolesi sulla necessità di un controllo climatico per la costruzione e la promozione pubblica delle funivie.
La capitale boliviana La Paz ne ha già una, Medellín in Colombia anche e a Parigi è prevista: una funivia come parte della rete di trasporto pubblico. Tali funivie sono considerate come fari per la protezione del clima, per una mobilità dolce e socialmente accettabile. Oggi ci sono una dozzina di progetti funiviari in Alto Adige – non sempre a beneficio dell’ambiente e di solito a caro prezzo per il settore pubblico. Per garantire che le funivie locali diventino anche la chiave per la protezione del clima, la Federazione Protezionisti Sudtirolesichiede ai politici altoatesini di che venga effettuata una valutazione degli effetti sul clima.
L’Alto Adige è la terra degli impianti di risalita: i 360 impianti di risalita che esistono oggi possono trasportare più persone all’ora di quante ne vivano in Alto Adige. La maggior parte delle funivie porta le persone in montagna per escursioni o per sciare. Altri progetti sono sul tavolo: il collegamento transfrontaliero tra Sesto e Sillian è già stato approvato dalla Giunta provinciale altoatesina e, con il consenso dell’Austria, sarà realizzato. La funivia prevista da Castelrotto all’Alpe di Siusi (Marinzen) è ancora in sospeso. La Giunta provinciale aveva approvato i progetti precedenti nonostante le valutazioni chiaramente negative, ma queste decisioni sono state annullate già due volte dal Tribunale di giustizia amministrativa. Ad Avelengo, la seggiovia sta per essere trasformata in una cabinovia integrata di una piattaforma panoramica e a Rio di Pusteria-Maranza, la funivia sarà sostituita con una nuova sovradimensionata. É in discussione un collegamento su rotaia tra il Monte Pana in Val Gardena e Saltria sull’Alpe di Siusi. In Val Passiria, un albergatore privato pensa a un collegamento da San Leonardo direttamente al comprensorio sciistico di Racines, anche se la strada per il Passo di Monte Giovo, che è stata massicciamente ampliata con denaro pubblico, è un punto di attrazione turistica. In Val Venosta, si sta valutando un nuovo collegamento dalla stazione di Malles al Watles per generare più visitatori e migliori entrate per il comprensorio sciistico.
Più veloce, più potente, più rispettoso del clima?
Attualmente sono stati resi pubblici altri quattro progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale: il rinnovo dell’impianto di risalita Seenock nel comprensorio sciistico di Speikboden (Campo Tures); il rinnovo del Sonnenlift in Valle Aurina; il trasloco dell’impianto di risalita Monte Pana in Val Gardena. Un nuovo impianto di risalita significa anche qui più capacità di trasporto: la seggiovia Monte Pana diventa una cabinovia a 10 posti, la Sonnenlift da seggiovia a 3 posti a cabinovia a 10 posti. Nel caso del Seenock, la capacità sarà ampliata dalle attuali 2.400 persone all’ora a 3.400. Allo stesso modo, il nuovo impianto di risalita al “Klein Gitsch” (Rio di Pusteria) è attualmente in fase di revisione VIA. Il progetto è già stato respinto una volta dal Comitato VIA, ma approvato dalla Giunta provinciale. Un ricorso della Federazione Protezionisti e dell’Alpenverein Südtirol AVS è attualmente pendente dinanzi al Consiglio di Stato. La decisione in merito sarà presa in autunno.
Controllo climatico per contributi pubblici e progetti
Il gran numero di progetti esistenti e di studi di fattibilità dimostra che la costruzione di impianti di trasporto a fune è un settore economicamente fiorente. Ciò anche grazie al generoso sostegno della Provincia nei confronti degli investitori privati. Ad esempio, al costruttore della cabinovia tra Tires e Malga Frommer – progetto attualmente sospeso a causa della mancanza di una autorizzazione – è stato concesso un contributo del 75 per cento dei costi. Tuttavia, l’importo dei contributi non dipende dalla compatibilità ambientale dei progetti e nemmeno dal fatto che abbiano o meno conseguenze sul clima. La Federazione Protezionisti Sudtirolesi invita pertanto la Giunta provinciale a rivedere i criteri per la promozione degli impianti di trasporto a fune: i fondi pubblici dovrebbero essere stanziati se le funivie e gli impianti di salita contribuiscono a una mobilità dolce e socialmente accettabile e determinano una coerente riduzione delle emissioni di CO2 dannose per il clima. Se questo non si verifica – come per la maggior parte dei progetti esistenti – allora i costi dovranno essere interamente sostenuti dall’investitore. Secondo la più grande organizzazione ambientalista dell’Alto Adige, il denaro dei contribuenti deve solo promuovere l’interesse generale. Ciò include, più urgentemente che mai, la protezione del clima.