Marmolada, il ritorno alla natura

Di Franco Tessadri. Copyright: Il Trentino

Franco Tessadri

Ho letto con piacere sul Trentino l’artico­lo di Andrea Selva sulla Marmolada e il rifugio Pian Fiacconi. Il ge­store Guido Trevisan ha po­sto la questione in piena sintonia con le idee e le azioni che Mountain Wilderness da sempre sostiene. Credo che Guido e il suo staff siano motivati da grande passio­ne e coraggio nel sostenere che la migliore alternativa sia di far ritornare il versante nord della Marmolada.
A una situazione più naturale ed alpinistica, in barba ai desiderata di chi, amministrato­ri, politici, impiantisti ed esercenti, con scarsa fantasia vuole continuare nell’antro­pizzazione e banalizzazione di un territorio
che potrebbe offrire ben altre e maggiori opportuni­tà.

Manifestazione dicembre 1996 contro eliski. Marmolada di Rocca


Noi di Mountain Wilderness sappiamo che pensa­re di ridare alla Marmolada uno stato di originale naturalità può sembrare un’utopia, ma questa po­trebbe comunque essere l’occasione di dimostrare, come dicono Trevisan ed il suo gruppo di sognatori, che trasformare il rifugio Pian Fiacconi da semplice punto di arrivo di un impianto sciistico in un rifugio prettamente alpinistico, cambierebbe il target dei frequentatori, probabilmente anche incrementan­dolo con una destagionalizzazione delle presenze. Ribadisco che queste proposte purtroppo rischiano di rimanere belle idee, perché si è smarrito il senso del limite e il coraggio di pensare a delle alternative più virtuose e nonostante ci siano già degli esempi, pur limitati sull’arco Alpino, da confrontare e valutare. Anche altre proposte non sono mancate in que­sti anni in altri siti: ricordiamo l‘idea lungimirante di un importante imprenditore trentino di trasfor­mare il passo Rolle in un’oasi per passeggiatori, scialpinisti e ciaspolatori, idea a suo tempo purtrop­po arrogantemente scartata dall’amministrazione politica.


Per tornare in Marmolada va ricoraato che Tutta­via MW ha accettato il riposizionamento dell’ im­pianto dismesso, se rimanesse con le stesse caratte­ristiche del precedente, ma sappiamo benissimo che le mire sulla Marmolada in prospettiva sono ben diverse e cioè non è nemmeno tanto nascosto l’obbiettivo finale di arrivare verso Punta Rocca con un prolungamento dell’impianto di risalita. MW vuole scongiurare questo scenario che con buone probabilità sarebbe propedeutico ad un allacciamento con Porta Vescovo prima, e poi a completamento di un carosello sciistico tale da unire Punta Se­rauta e quindi malga Ciapela. Questa sarebbe la defi­nitiva banalizzazione della Regina delle Dolomiti alla faccia del riconoscimento Unesco per le Dolomi­ti. A proposito: noi siamo soci sostenitori della Fon­dazione Unesco, ma l’ abbiamo aspramente criticataca con il dossier presentato ufficialmente a Venezia il 17 dicembre scorso e poi in una serata al Muse il 7 febbraio.

Presidio di MW in Marmolada

Purtroppo dalla Fondazione ancora non ci è arrivato alcun segnale, una risposta o una consi­derazione dopo anni di appassionato lavoro collaborativo e tecnico.
Oltre alle altre criticità riscontrate sul territorio del riconoscimento Unesco anche dal­la Marmolada e ci si sarebbe aspettati qualche considerazione in coerenza con lo spirito originario della conservazione del patrimonio naturale delle Dolo­miti, ma siamo costretti a constatare che le amministrazioni politiche sono appiattite sul marketing tturistico e di gestione di grandi eventi e la Fondazio­ne Dolomiti Unesco non ha alcun potere coercitivo nei loro confronti. Noi saremo a fianco di questo
gruppo di ragazzi che ancora tengono accesa la fiam­mella dell’alternativa di semplicità e naturalità.

Franco Tessadri