Marmolada, il ritorno alla natura
Di Franco Tessadri. Copyright: Il Trentino
Ho letto con piacere sul Trentino l’articolo di Andrea Selva sulla Marmolada e il rifugio Pian Fiacconi. Il gestore Guido Trevisan ha posto la questione in piena sintonia con le idee e le azioni che Mountain Wilderness da sempre sostiene. Credo che Guido e il suo staff siano motivati da grande passione e coraggio nel sostenere che la migliore alternativa sia di far ritornare il versante nord della Marmolada.
A una situazione più naturale ed alpinistica, in barba ai desiderata di chi, amministratori, politici, impiantisti ed esercenti, con scarsa fantasia vuole continuare nell’antropizzazione e banalizzazione di un territorio
che potrebbe offrire ben altre e maggiori opportunità.
Noi di Mountain Wilderness sappiamo che pensare di ridare alla Marmolada uno stato di originale naturalità può sembrare un’utopia, ma questa potrebbe comunque essere l’occasione di dimostrare, come dicono Trevisan ed il suo gruppo di sognatori, che trasformare il rifugio Pian Fiacconi da semplice punto di arrivo di un impianto sciistico in un rifugio prettamente alpinistico, cambierebbe il target dei frequentatori, probabilmente anche incrementandolo con una destagionalizzazione delle presenze. Ribadisco che queste proposte purtroppo rischiano di rimanere belle idee, perché si è smarrito il senso del limite e il coraggio di pensare a delle alternative più virtuose e nonostante ci siano già degli esempi, pur limitati sull’arco Alpino, da confrontare e valutare. Anche altre proposte non sono mancate in questi anni in altri siti: ricordiamo l‘idea lungimirante di un importante imprenditore trentino di trasformare il passo Rolle in un’oasi per passeggiatori, scialpinisti e ciaspolatori, idea a suo tempo purtroppo arrogantemente scartata dall’amministrazione politica.
Per tornare in Marmolada va ricoraato che Tuttavia MW ha accettato il riposizionamento dell’ impianto dismesso, se rimanesse con le stesse caratteristiche del precedente, ma sappiamo benissimo che le mire sulla Marmolada in prospettiva sono ben diverse e cioè non è nemmeno tanto nascosto l’obbiettivo finale di arrivare verso Punta Rocca con un prolungamento dell’impianto di risalita. MW vuole scongiurare questo scenario che con buone probabilità sarebbe propedeutico ad un allacciamento con Porta Vescovo prima, e poi a completamento di un carosello sciistico tale da unire Punta Serauta e quindi malga Ciapela. Questa sarebbe la definitiva banalizzazione della Regina delle Dolomiti alla faccia del riconoscimento Unesco per le Dolomiti. A proposito: noi siamo soci sostenitori della Fondazione Unesco, ma l’ abbiamo aspramente criticataca con il dossier presentato ufficialmente a Venezia il 17 dicembre scorso e poi in una serata al Muse il 7 febbraio.
Purtroppo dalla Fondazione ancora non ci è arrivato alcun segnale, una risposta o una considerazione dopo anni di appassionato lavoro collaborativo e tecnico.
Oltre alle altre criticità riscontrate sul territorio del riconoscimento Unesco anche dalla Marmolada e ci si sarebbe aspettati qualche considerazione in coerenza con lo spirito originario della conservazione del patrimonio naturale delle Dolomiti, ma siamo costretti a constatare che le amministrazioni politiche sono appiattite sul marketing tturistico e di gestione di grandi eventi e la Fondazione Dolomiti Unesco non ha alcun potere coercitivo nei loro confronti. Noi saremo a fianco di questo
gruppo di ragazzi che ancora tengono accesa la fiammella dell’alternativa di semplicità e naturalità.
Franco Tessadri