Olimpiadi 2026, rischi e opportunità in Dolomiti
Sono molto perplesso sul futuro delle Dolomiti sia per gli enormi rischi ambientali che stanno correndo in questi ultimi anni, sia per le opportunità che potranno avere le persone, specie i giovani che vivono in montagna. Già i cambiamenti climatici stanno cambiando il sistema idrogeologico, poi ci si mette la pesante mano dell’Homo Sapiens per aggravarne la situazione.
Basta vedere cosa è successo in questi ultimi periodi con i Mondiali di sci di Cortina 2021 e quello che sta accadendo per la preparazione delle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
Si tratta di un vero e proprio assalto alla montagna che con la scusa di questi grandi eventi si sta trasformando in occasione per nuove devastazioni ambientali e spreco di risorse, umane ed economiche.
Ci erano stati garantiti Giochi ad impatto zero ed ecosostenibili. In realtà stanno avvenendo sbancamenti sempre più devastanti sulle Dolomiti, si vuole far credere che certe strutture saranno necessarie per quell’evento.
Quanto accaduto con esperienze vicine e simili, vedi Torino, non hanno insegnato nulla.
Ci sarà speculazione all’ex stazione ferroviaria di Cortina, diffusione dell’eliski ed elicotteri da turismo per portare i turisti sui rifugi in alta quota. Rifugi in quota che si trasformano in grandi alberghi e ambienti di lusso che deturpano spazi oggi liberi e natura pregiata.
Siamo preoccupati per la prospettata trasformazione dell’albergo-rifugio Enrosadira al passo Giau, a oltre 2.000 metri di quota, in un ecomostro di circa 40.000 metri cubi di volumetria facendolo passare come Progetto Turistico Strategico di interesse regionale.
Oppure ai ventilati villaggi con casette in legno e sugli alberi ad Auronzo e Cortina. Si pensa sempre al guadagno e si trascurano i beni comuni, paesaggi e natura intatta (in zona nei pressi dei siti UNESCO) privando di bellezza e ricchezza le generazioni future. Sono tutti interventi opposti a ogni seria politica di “sviluppo sostenibile”.
C’è la ferrea volontà di costruire la nuova pista da Bob, voluta dal Governatore del Veneto Luca Zaia, dal sindaco di Cortina, dal padrone dello sport italiano Giovanni Malagò Presidente del CONI: una sua affermazione degna del personaggio? –“La pista da bob si farà e sapete come si dice a Roma? “abbasta”.
Nonostante un sondaggio del giornale on-line “Voci di Cortina” confermi oltre il 70% dei cittadini contrari. Non si può non tener conto del suggerimento del CIO di utilizzare un’altra pista esistente. Probabilmente i Veneti sono contenti di pagarla di tasca propria, tenuto conto che le spese di costruzione (60 milioni più 20 di gestione) sarebbero tutte a carico della Regione. Anche perché decidessero di tenerla in “vita” per gli anni futuri… ci saranno almeno 400 mila euro all’anno di costi di gestione che saranno a carico del contribuente veneto, cortinese e bellunese.
E’ triste constatare come simili cifre di denaro pubblico vengano stanziate per questi eventi sportivi invece di essere usati per sistema il territorio montano minacciato dal dissesto idrogeologico. Questi eventi porteranno nuove infrastrutture stradali, parcheggi, taglio boschivo dopo quello già gravemente intaccato per i Mondiali di sci del 2021. Stiamo distruggendo il Paesaggio, l’habitat naturale di molte specie animali e vegetali che hanno diritto di vivere e crescere accanto a noi.
Si potrebbero usare queste risorse per sostenere le popolazioni di montagna creando per loro nuovi servizi, scuole, potenziare la sanità. La vita in montagna, per la gente semplice che la vive, è una vita difficile. I paesi hanno perso uffici postali, negozi, servizi sanitari e assistenziali, formazione scolastica e del lavoro. Fuori stagione sembra non vi sia nulla di vivo, specialmente nel bellunese. Ci sono solo gli impianti che a fatica resistono con quel poco che ci ruota attorno. I costi di gestione sempre più alti e perché la neve è sempre meno o meglio, più concentrata in brevi periodo dell’inverno. Quindi si deve far ricorso a neve artificiale e a bacini artificiali con costi enormi per quel settore.
La montagna del futuro non vivrà grazie ai grandi eventi sportivi, ma solo se avremo saputo gestirla con rispetto e conoscendola, riportando centrale il tema del limite e la difesa della biodiversità, naturale e culturale. Proseguendo così in tempi non proprio lontani non ci sarà futuro per queste popolazioni.
Giancarlo Gazzola