Il nostro blitz alla ferrata Walserfall (VB).
Quando, nell’estate del 2022, Mountain Wilderness ha lanciato la campagna Basta Ferraglia, sono stati chiariti in un documento di sintesi gli obiettivi e le motivazioni. Nessun attacco a ferrate storiche o sentieri parzialmente attrezzati che hanno acquisito una valenza storica o paesaggistica, ma un segnale forte nei confronti di quelle ferrate costruite principalmente a scopo ludico, generosamente attrezzate con cavi, maniglie, staffe con l’unico scopo di vendere il brivido a buon mercato.
Non poteva quindi sfuggirci la ferrata Walserfall, realizzata pochi anni fa dal comune di Baceno (provincia di Verbania) sulla parete alla sinistra orografica della cascata di Agaro “fino a raggiungere Piodacalva, un pugno di baite e stalle poste su un ampia e panoramica balconata rocciosa”.
La via ferrata è costituita da cinque muri verticali inframmezzati da cenge boscate e corre su una parete quasi completamente liscia dove, per facilitare la progressione, è stata fatta un’opera di carpenteria mastodontica con tonnellate di acciaio, tra cavi, staffe e gradini. L’impatto estetico è poco visibile da lontano ma quello ambientale è importante e la seconda foto mette in evidenza gli imponenti interventi fatti sulla parete.
Il sito internet del Comune di Baceno, committente del progetto, è ricco di informazioni sulla ferrata.
La Walserfall è costata 65.994€ di fondi pubblici finanziati in parte dalla Regione Piemonte e in parte dall’Unione Europea (28.546 €) con denaro che proviene dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (sic!).
Il soggetto gestore della ferrata Walserfall, si legge nel sito, è il Comune di Baceno, che ha l’onere di effettuale la manutenzione, di garantire la copertura assicurativa e che ha la facoltà, in caso di pericolo, di interdire l’accesso all’area.
Il regolamento, con tanto di classificazione delle difficoltà, materiale obbligatorio, “avvertimenti importanti”, raccomandazioni e sanzioni, non ha evitato parecchi voli in elicottero per soccorrere gli escursionisti che, attratti dalla liscia parete addomesticata dall’abbondante ferraglia, sono stati respinti dalla fatica e dall’esposizione.
E’ chiaro, nel caso della Waserfall, come l’infrastrutturazione dell’area ponga di fatto costi a carico della collettività (messa in opera, manutenzione e assicurazione, soccorso alpino) e importanti implicazioni di responsabilità giuridica a carico del committente (il Comune di Baceno e quindi sempre la collettività).
E’ evidente inoltre che la falsa sicurezza data dai cavi metallici, dai cartelli di accesso e più in generale da un ambiente addomesticato, è un invito più o meno esplicito agli escursionisti a sottovalutare il terreno in cui si muovono e ad assumersi rischi superiori alle proprie capacità.
Ci auguriamo che i nostri blitz possano stimolare una riflessione sulle modalità di muoverci in un ambiente delicato che non ha bisogno di essere imprigionato da nuovo acciaio. Non basta dichiarare, se si è un professionista della montagna, che “la sostenibilità, oggi, non è una scelta o un’opzione ma un dovere civico”, bisognerebbe avere il coraggio di eliminare dal proprio catalogo proposte come la Waserfall.